Dieci domande per chi vuole il Varese Soldi, progetti, onestà: diteci tutto

Girano i nomi di allenatore, ds e dirigenti ma non c’è ancora la società: acquirenti, diteci chi siete:tifosi e città, usati e gettati da anni, meritano risposte chiarissime. Vi diamo l’opportunità di farlo

Mentre fioccano nomi di allenatori (ma anche di direttori sportivi, vicepresidenti in pectore, dirigenti vari) per una società che non si è ancora iscritta al campionato ed è gravata dai debiti, noi ci limitiamo ai fatti. E ci rivolgiamo a chi sta pensando di arrivare a gestire il Varese. Dieci domande, secche e semplici: rispondete serenamente, e serenamente continueremo a parlare di quel che succederà.

Chi siete, da dove venite e quanto avete intenzione di investire nel Varese , una società che aveva – o ha? – 10 milioni di debiti (ora pare siano 6, e pure dilazionati: mistero). Perché è un affare?

Perché non avete ancora pensato di presentarvi ai tifosi, al sindaco e alla città per illustrare i vostri programmi verso una società che ha partecipato a 21 campionati di B e 7 di A, e che ha sfornato fior di campioni da Anastasi a Lazaar?

Cosa pensate di fare per rilanciare un vivaio, cuore pulsante e vera forza della società, che nel giro di una stagione o due ha visto la sua Primavera precipitare da uno scudetto sfiorato all’ultimo posto, e che quest’anno non ha dato mezzo giocatore alla prima squadra se non a retrocessione avvenuta?

Il Varese, per questa città, è storia e blasone. Come pensate di riannodare i fili con le persone che si sono spese nella scalata? Con i proprietari, gli sponsor, gli amici e i dirigenti. Con quegli uomini che anche se sembra si siano allontanati, hanno ancora il Varese nel cuore e darebbero un braccio pur di rivederlo in alto. Perché da queste parti la varesinità vince, lo sfruttamento retrocede.

Se anche dovesse riuscire a iscriversi in Lega Pro, il Varese partirebbe con una penalizzazione di due punti che potrebbe anche fare la differenza in un campionato difficile e infarcito di squadre (Cremonese, Alessandria, Pisa, Como) pronte a giocare la partita della vita per vendicare le scoppole degli anni passati. Perché, visto che da un mese esaminate bilanci, conti, giocatori (avete pure chiesto di prolungare gli allenamenti oltre l’ultimo previsto domani per giudicare la squadra), non siete intervenuti per evitare questa penalizzazione?

Perché dite che per chiudere la cessione con Laurenza dovrete passare da un notaio, quando lo strumento della ricapitalizzazione da voi scelto non prevede alcun atto notarile ma, attraverso un procedimento abbastanza complicato da spiegare ai lettori, il passaggio quasi automatico delle quote?

Con quali giocatori pensate di affrontare un campionato di Lega Pro, che per ovvi motivi non potrà essere affrontato al grido di “facciamo giocare i giovani, proviamo a salvarci e poi vediamo”, ma del “torneremo in serie B?”.

Se siete pronti a mettere soldi nel Varese, come pensate di comportarvi con le persone che sono in seno alla società? Chi è degno di rimanere e chi no, e perché? E sapete che per prima cosa dovete onorare gli impegni con i creditori che hanno messo sangue, soldi e passione in questo club senza vedersi pagare quasi nulla del dovuto (un esempio su tutti: lo storico giardiniere Vanoni?).

Come vi comporterete con Laurenza e tutti quei personaggi che sono passati quest’anno dal Varese e che, volenti o nolenti, hanno segnato la loro storia con la macchia della retrocessione e che quindi sono impresentabili? È vero che state pensando di legare la sponsorizzazione del settore giovanile proprio a Laurenza?

Preferite avere a che fare con un’opinione pubblica che vi parla chiaro e vi chiede di uscire allo scoperto ed è pronta a guardarvi in faccia, o con chi vi stende tappeti rossi senza sapere chi siete, come vi chiamate, quali sono le vostre garanzie e la vostra credibilità?

Attendiamo, fiduciosi, una vostra risposta. .