«Il mio Fede è fatto così: l’oro premia il carattere»

Mamma Emanuela racconta le medaglie iridate di Morlacchi: «Che rabbia le scuse dopo il secondo argento. Poi ha reagito...»

In attesa del rientro a casa del figlio campione del mondo, con il suo carico d’oro e d’argento, per i genitori di e il fratello è stato un lunedì come tanti altri, più che altro di lavoro.
Ma quest’ultima settimana come l’hanno vissuta? «Abbiamo seguito Federico da casa – racconta – un po’ sul web e un po’ in tv. È riuscito anche a farmi arrabbiare quando, dopo la seconda medaglia d’argento, ha scritto sul suo profilo Facebook chiedendo scusa. L’ho chiamato subito e più volte al telefono, ma non mi ha risposto. Pensa te se doveva chiedere scusa per essere arrivato secondo! Poi gli è passata e si è visto».

Dopo tre medaglie in quattro gare si aspettava il gran finale con l’oro? «Sì, me lo sentivo perché so come è fatto. Federico è uno che non si rassegna. Ero certa che volesse venir via da Glasgow senza rimpianti». Si vede che qualcuno l’avrà cresciuto così. «Mah, forse sì. Anche se tuttoa quando l’abbiamo portato in piscina da piccolo, inculcandogli nella testa che nella vita più che correre è importante arrivare prima. E lui, non potendo correre,

ha trovato il suo modo di mettere in pratica questo motto.. Quello che non ha in una gamba ce l’ha nell’altra, nelle braccia e nel cuore».
Il telefono di casa Morlacchi sarà diventato incandescente. «No, neanche tanto. I successi di Fede sono roba sua. Parenti e amici chiamano lui. È lui che si allena ed è lui che vince. Io, mio e l’altro nostro figlio Luca non abbiamo mai messo il naso nell’attività di Federico. Quella è cosa della presidente della Polha e al suo allenatore . Noi dobbiamo fare i genitori, stop».

Il “piccolino” di casa è diventato un uomo che vive per conto suo. E il cuore di mamma? «Beh, comunque ci sentiamo spesso e nei fine settimana torna a casa, portandomi in regalo… la roba da lavare! All’inizio ero un po’ triste, ma in poco tempo me ne sono fatta una ragione, perché la mia felicità è saperlo felice e per quanto possibile esente dalle delusioni che la vita, e quindi anche lo sport, possono riservare. Ecco, più che delle medaglie di mio figlio mi interessa che non resti deluso».
Quanto è contato per voi e Federico aver trovato sulla vostra strada Daniela Colonna Preti e poi Massimiliano Tosin? «Molto. Per noi e per Fede sono , perché hanno saputo accompagnarlo nella crescita nel modo più giusto per lui. Quando si vive in un ambiente ideale la difficoltà è solo un problema da risolvere. In pratica è quello che è successo Glasgow. Tornare a casa senza l’oro per lui poteva essere un problema. Sono certa che quella sua rabbia dentro è diventata una carica positiva anche per merito del gruppo».