Kangur non può più stare in campo. Avramovic deraglia, Eyenga affossa

Si salvano Pelle, numeri e voglia, e il “solito” Giancarlo Ferrero. Le pagelle di Alberto Coriele

Non basta uno strappo positivo nel primo quarto per meritarsi l’applauso finale. Dopo quelle tre triple in rapida successione, scompare mestamente dal campo e colleziona solo errori, nei tiri e nelle scelte.

In una giornata piena di assenze, lui non può mancare così. Non può permetterselo lui e non può permetterselo Varese. Un “uomo franchigia” non può segnare i primi punti della sua partita al minuto trenta, quando ormai il risultato è alla deriva.

Il quattro è anche un voto di fiducia, per non essere troppo cattivi. Ma la sua partita è qualcosa di incommentabile, in ogni fase di gioco. Sbaglia al tiro, perde tantissimi palloni ed in modo difficile sa spiegare. Sembra quasi non stare bene, cade con il sedere a terra sulle finte avversarie, senza proporre una seria resistenza. Deraglia totalmente: Caja dovrà lavorare per riportarlo nei binari prima che sia tardi.

Senza Anosike, ricade tutto su di lui il peso delle responsabilità in quel ruolo. Per quanto possibile, non fa neanche male perché i numeri gli strizzano l’occhio: 10 punto e 14 rimbalzi, con qualche buon movimento messo in mostra.

Il suo approccio alla partita è importante, con una tripla da oltre metà campo. Il suo reale contributo si ferma lì, soprattutto perché inizia a soffrire tremendamente l’aggressività e la fisicità dei pari-ruolo di Brindisi.

Come per Avramovic, il quattro è sostanzialmente un regalo, per non infierire. Ma non sta in piedi, non prende un rimbalzo e certifica ogni partita di più la sua forte e preoccupante involuzione fisica. Gioca da finto lungo, ma la realtà è che non riesce nemmeno più a tenere il campo.

Segna quando serve, dall’arco, attaccando il canestro, in un modo o nell’altro è l’unico a riconoscere i momenti della partita. E ad attaccare con voglia e grinta, che non gli fanno mai difetto. È il miglior marcatore della squadra, è l’unica scialuppa di salvataggio in questo momento, almeno per buona volontà.

Sette palle perse, un fallo tecnico in un momento cruciale ad “impreziosire” una partita senza costrutto, senza un filo logico, anche se con qualche punto a referto. Non è un giocatore al quale affidarsi quando le cose vanno male, perché di questo passo ti affossa.