La maledizione di Santino «Tricolore? Più no che sì»

Sabato 28 giugno, sulle strade del Trofeo Melinda in Trentino, si assegnerà il campionato italiano professionisti.

Il tricolore in carica noi ce l’abbiamo in casa, Ivan Santaromita da Clivio. Una stagione sfortunatissima finora, dall’Argentina fino al Giro del Delfinato, passando per il Giro d’Italia. Una ruota che si ostina a non girare per il verso giusto, e Ivan potrebbe non essere neppure ai nastri di partenza per difendere la maglia che indossa.

«La situazione peggiora»

«Deciderò tra domani e lunedì se partecipare – dice sconsolato – proverò a fare un paio di allenamenti per vedere che sensazioni ho. Vorrei essere in gara per potermela giocare di nuovo, per provare a rivincerla. Correre solo per partecipare non mi interessa, nelle condizioni attuali potrei non arrivare alla fine. Vediamo come vanno gli esami e come gira la gamba in questi giorni».

Finito il Giro d’Italia, Santino è tornato in corsa dopo una settimana, al Delfinato, ma la condizione non è migliorata, anzi: «Rispetto al Giro non è migliorato nulla, la situazione paradossalmente è peggiorata – spiega – Più passavano i giorni, meno recuperavo: perdevo le forze, ho faticato tantissimo. Ho fatto esami clinici prima e dopo la corsa in Francia: adesso attendiamo gli esiti, sperando di trovare un motivo e una cura».

Problemi fisici che lo attanagliano già dal Tour de San Luis, in Argentina, a inizio anno: «Sì, ero già stato male in Argentina, poi ho preparato al massimo il Giro, curando ogni minimo dettaglio, ma sappiamo come è andata. Probabilmente è un batterio che mi sono portato dietro da inizio stagione. Non ho mai trovato il picco di forma come speravo. Ripeto, mi piacerebbe correre il campionato italiano per cercare il bis: mi pesa il fatto di non aver mai vinto in maglia tricolore, è una maledizione».

Vuelta e Tre Valli

Con l’appuntamento di sabato prossimo si chiude idealmente la prima parte di stagione, che Ivan immaginava ben diversa. Ora però ci sono altre corse, altri obiettivi da raggiungere: «Mi sarebbe piaciuto arrivare a questo punto con un bottino e una condizione diversi, ma ci metto una pietra sopra e inizio a prepararmi per la restante parte. Dispiace dover perdere la maglia senza poterla difendere. Adesso l’obiettivo sarà fare bene alla Vuelta: la preparerò scrupolosamente, come ho fatto per il Giro d’Italia, sperando che vada meglio. Il lato positivo è che c’è ancora metà stagione da correre, con tante gare. In agenda ho Larciano, Toscana, Giro di Polonia, Vuelta, Tre Valli Varesine e Giro di Lombardia».

La speranza è invertire il trend negativo. La voglia e la grinta ci sono, la gamba tornerà: «È dura da digerire, soprattutto non sapendo ancora cosa sia successo. È tempo però di voltare pagina: tornerò in forma per giocarmi le mie carte nel finale di stagione, nelle corse di casa nostra».

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