«L’Aldo, i tifosi, la Curva. E la famiglia. Varese, nel mio cuore ci sei sempre»

Francesco Viscomi si racconta. E domenica torna al Franco Ossola: «Porte chiuse? Forse è meglio...»

Francesco Viscomi ha conservato nel suo cuore un posto per il Varese. Ma domenica tornerà da avversario, senza sconti. I due anni in maglia biancorossa hanno rappresentato molto, lo hanno eletto a simbolo di una tifoseria che ora lo reclama, lo rivorrebbe al centro della difesa. Ma lui non serba rancore, è un giocatore della Pro Sesto ora, con cui comanda il campionato dopo tre partite a punteggio pieno.

Varese-Pro Sesto per lui è la sfida del cuore, la domenica emotivamente più difficile da affrontare, in uno stadio carico di ricordi ma privo di tifosi. Paradossalmente, meglio così. Ne abbiamo parlato direttamente con lui.


Sarà difficile perché il Varese farà sempre parte del mio cuore. Devo tanto al Varese come realtà, come squadra e come società. Mi ha fatto crescere come uomo, come calciatore, ho avuto l’opportunità di mettermi in gioco e di mettermi in mostra, mi ha permesso di conoscere persone straordinarie. Penso all’Aldo, ai tifosi, alla Curva, al tifoso che mi conosce e che mi saluta ogni mattina quando vado al bar a prendere il caffè. E mi dice che gli manco. Perché vivo ancora a Varese, ho iscritto mia figlia all’asilo qui, ho preso casa in città da un anno e sto benissimo. Questi due anni da calciatore del Varese, per come li ho vissuti io e li abbiamo vissuti tutti, sono stati straordinari. Il presente non cancella ciò che provo per il Varese.

Io non porto rancore, non voglio farmi condizionare dal passato. Però io, come l’80% dei miei ex compagni, sto ancora aspettando due stipendi. E ho scelto di andare per vie legali. Non abbiamo raggiunto l’obiettivo, vincere il campionato, ma siamo rimasti in piedi senza mai far trapelare nulla per molti mesi, pur senza ricevere i rimborsi. Io non dormivo la notte, ma siamo comunque scesi tutti in campo a dare il massimo. E i patti non sono stato rispettati, per questo motivo ho fatto vertenza perché credo che non sia giusto.

No, mi spiace per i miei ex compagni ma adesso sono della Pro Sesto, e penso alla Pro Sesto. Auguro al Varese di fare il meglio possibile a partire da lunedì, e di arrivare secondo in campionato dietro la Pro Sesto.

È chiaro che è sempre bello vedere lo stadio pieno di gente, con oltre tremila persone che lo colorano. È più bello. Però per come sono fatto io, essendo una persona molto emotiva, paradossalmente è meglio così. Avrei rischiato di cadere in inganno. Ho legato con tantissime persone in questi due anni, avrei rischiato di perdere un po’ di concentrazione. Non è facile in situazioni così isolarsi completamente. Da un lato, e mi spiace dirlo, è meglio che i tifosi non ci siano, dall’altro sarà brutto vedere il Franco Ossola vuoto.


Adesso io sono alla Pro Sesto e chiaramente darò il 110% per vincere e per portare a casa i tre punti. E, se capiterà, anche per fare gol, anche se non mi sono preparato all’eventualità e non so che farei se dovesse accadermi di segnare. Sono molto felice di come abbiamo iniziato la stagione, tre vittorie su tre, risultati che non sono arrivati a caso ma grazie ad un ottimo gioco e alla giusta cattiveria in campo.

Onestamente: ho incontrato persone incredibilmente serie con idee importanti. Mi hanno sin da subito mostrato il massimo affetto e mi hanno cercato e voluto tanto durante l’estate. La società sta crescendo sia a livello di strutture che di settore giovanile, nel nostro campo gioca anche l’Inter Primavera. Ho trovato tutte persone che hanno progetti importanti e questo mi fa star tranquillo. A livello di squadra, il mister Parravicini e il suo secondo Di Gioia sono molto preparati, ci fanno lavorare veramente tanto. Andiamo molto forte, lavoriamo a testa bassa e stiamo vedendo qualche risultato.