Le parole di chi soffre per la Pro: «Ma non era tutta colpa di Vavassori?»

Aldo Restelli e Luciano Pistocchini, storici cuori biancoblù che adesso sanguinano. «Sapevamo che sarebbe stata dura, non così. Sarebbe stato meglio partire dalla D»

«Vedere la Pro Patria in queste condizioni mi rende malinconico, mette tristezza». , a lungo firma della “Gazzetta dello Sport” segue i tigrotti da 65 anni, prima come semplice tifoso, poi come giornalista («La prima partita che ho visto è stata Pro Patria-Juventus 0-7 nel 1950»). Ha visto passare dallo “Speroni” tutti i più grandi protagonisti della storia biancoblù: giocatori, dirigenti, allenatori.

E oggi prova “profonda tristezza” nel vedere i tigrotti presi regolarmente a sberle da tutti gli avversari: «È un sentimento inevitabile per chi, come me, ha vissuto da vicino tutti i momenti più belli della storia della Pro Patria. Perdere fa parte dello sport, ma in questo modo fa male: mette malinconia vedere lo “Speroni” saccheggiato con facilità un po’ da chiunque». Restelli si aspettava un inizio sofferto, ma non così disastroso: «Qualche difficoltà era da mettere in preventivo,

ma mi attendevo una reazione dopo tre, quattro partite. Sette sconfitte consecutive sono davvero tante». La piazza però è rimasta piuttosto tranquilla: domenica, dopo lo 0-3 col Cuneo, i tigrotti sono usciti tra i fischi, ma gran parte della tifoseria ha ufficialmente ribadito il proprio sostegno alla società: «Dopo aver dato contro alla precedente proprietà, è normale che ora i tifosi esitino a contestare i nuovi dirigenti. Ma credo che la pazienza sia agli sgoccioli. Quello di Busto è sempre stato un pubblico caldo sia quando sostiene, sia quando ti critica: anche ai tempi della Serie A e B si sono viste delle contestazioni». Il giornalista bustocco non è stupito neppure dal fatto che pochi sponsor si stiano avvicinando alla Pro Patria. Ma non era colpa di ? «Macché, anche in passato chi ha gestito la Pro Patria ha sempre potuto contare su pochi aiuti. È stato così per Candiani, poi per Mancini e tutti gli altri. Chi acquista questa società deve sapere in anticipo che dovrà far fronte a tutti gli oneri quasi in solitudine».

Concorda con Restelli un’altra “istituzione” dello “Speroni” come , storico direttore del “Tigrottino”: «A Busto non si sono mai visti tanti sponsor attorno alla Pro Patria. Negli ultimi anni la presenza di Vavassori è stata utilizzata anche come alibi per non impegnarsi». A proposito di Vavassori: «Se ci fosse stato lui al comando, dopo sette sconfitte consecutive l’avrebbero impiccato – osserva Pistocchini – Non riesco più a capire certi comportamenti della piazza. Non dico che si debba criticare a tutti i costi, ma in passato si è contestato per molto meno. Hanno fischiato la squadra? Sì, ma fischiare i giocatori non ha molto senso, i giocatori sono questi, c’è poco da fare…E adesso risollevarsi da questa situazione sarà tutt’altro che facile, nonostante il nuovo allenatore e l’arrivo in difesa di . Anche perché deve ancora arrivare la penalizzazione».

Pistocchini avrebbe preferito «ripartire dalla Serie D, magari con , che aveva iniziato a lavorare bene, e un buon gruppo di giovani. Sarebbe stato un anno di transizione, ma sempre meglio di quello che stiamo vivendo. Va bene ripartire dalla Lega Pro, ma con una squadra all’altezza e un allenatore di categoria. Invece stiamo vedendo all’opera tanti giocatori che non trovavano spazio altrove, e solo adesso è arrivato un tecnico di categoria. Ma non sarebbe stato meglio prenderlo subito? ». Oggi pomeriggio la Pro Patria si allena allo “Speroni” in vista della trasferta di domani a Bassano (ore 17.30). Oltre agli infortunati Bigazzi, Jidayi, Cavalieri e Degeri, mancherà lo squalificato Montini. Sabato si parte la mattina presto e si torna la sera: niente ritiro.