Mai impegnato, guida e dà sicurezza.
Spacca la partita quando conta. Ormai è “Talar-Italo” per tutti, compagni compresi: un treno che porta lontano.
Torna al gol dopo un anno (Varese-Verbano 4-2 del gennaio 2016) e lo fa nel momento più importante: per lui, per Bettinelli, per il Varese e per i suoi tifosi. E il gol è solo la ciliegina su una torta indigesta per Corti e compagni, annullati.
Cervello e muscoli sull’enorme (per stazza) Cristofoli, cancellato.
Lascia dubbi (e spazi) in fase difensiva, ma non affoga.
Giovio la scalda, Piraccini la serve, Becchio la sbatte in rete: 0-1 fondamentale per indirizzare la gara. Gara che, per lui, non finisce qui, anzi: insieme a Talarico la catena di destra è devastante.
Dà equilibrio, picchia duro, rompe il gioco: a centrocampo comanda. Per la volata finale questo è il Bottone che serve.
Ha piedi per smistare il gioco e gamba per andare in pressing. Gli manca però ancora un po’ di continuità durante la partita.
Un paio di lampi che fanno ben sperare, considerando soprattutto che in allenamento è – ora – un trascinatore.
Ti aspetti sempre che spacchi la partita, che decida con un’invenzione, che faccia “il Giovio”. Mentre aspetti, lui lo fa: “apre” il primo gol, assiste il secondo. Se non ti sei accorto, la colpa non è del 10…
Mette sempre il bene della squadra davanti al suo. Così, al 5’, sceglie l’assist invece che il tiro dal limite: e Becchio fa gol. Così, nei successivi 85’, prende un sacco di botte per conquistare anche un solo centimetro. E lo fa per noi.
Si fa male al naso, scontrandosi contro Corti. Rientra, e rischia di farsi male ancora alla testa per anticipare un avversario, sapendo che è la cosa giusta per il Varese.
Bentornato, roccia.
Ci sono un avversario e Gazo che vanno a contrasto: l’avversario crede di vincere il duello e riuscire a passare. E niente, la barzelletta è finita qui.