Nel mezzo del caos extra-comunitari «Farò ricorso, questione di principio»

In B femminile e nelle C maschili tesseramenti con visto da turista: Lilli Ferri non ci sta

«Io il ricorso lo farò comunque, che vinca o che perda la partita contro Brescia. E lo annuncio fin d’ora, in modo tale che sia chiaro che la mia è una questione di principio: qui si sta palesemente aggirando una regola».

È arrabbiata la combattente Lilli Ferri, coach della Pallacanestro Femminile Varese, squadra impegnata nel campionato di serie B. Nella sua rabbia contro quella che giudica una palese ingiustizia che tocca la sua squadra, si nasconde – anche e soprattutto – un problema che sta minando la regolarità dei campionati dilettantistici della pallacanestro italiana: il tesseramento degli atleti extra-comunitari nella serie B femminile e nelle C maschili.

Per quanto riguarda le donne, il caso di specie è quello di Brescia, unica società dell’intero campionato (sono sedici squadre) ad aver tesserato una giocatrice extracomunitaria (l’americana Brittany King). Mossa lecita? Sembrerebbe di no. Il regolamento della Fip, alla voce “Tesseramenti”, prevede nel suo articolo 1 comma 9 che “tutti gli atleti con cittadinanza extracomunitaria devono essere in possesso di un valido permesso di soggiorno. È responsabilità del Presidente della Società, o comunque del Legale Rappresentante,

accertare che l’atleta con cittadinanza extracomunitaria abbia un valido permesso di soggiorno per l’intera durata della stagione sportiva”.
La domanda sorge spontanea: qual è il permesso di soggiorno che si possa ritenere valido per “l’intera durata della stagione sportiva”? La risposta non parrebbe contemplare il visto turistico, ovvero la strada perseguita invece da Brescia (e da tante realtà di C maschile) per accaparrarsi i servigi dell’atleta Usa, che ora fa parte del suo organico e che dovrà ritornare al suo paese il 24 aprile, alla scadenza – cioè – dei 90 giorni propri del permesso per motivi turistici.

In una recente intervista al Corriere di Brescia il presidente della società bresciana ha dichiarato: «Abbiamo sfruttato la regola (che vive di un palese vuoto di interpretazione, ndr), siamo a posto giuridicamente e moralmente. Le altre squadre si lamentano perché sanno di essere meno forti o perché non hanno avuto la stessa idea». Coach Ferri, la cui formazione incontrerà le rivali bresciane fra quindici giorni, non ci sta: «Siamo davanti a un comportamento palesemente irregolare. Non è vero che le altre società del campionato di B non “ci arrivano” all’idea, semplicemente non vogliono aggirare la norma. Sono allibita, andremo fino in fondo».

C’è un precedente: nel campionato di C Silver maschile il Tigullio ha fatto ricorso contro il Follio, vincitore sul campo, perchè aveva schierato due atleti extracomunitari tesserati con il permesso turistico (uno dei quali addirittura scaduto). La Pallacanestro Femminile Varese farò lo stesso dopo la gara contro il Brixia: «Chiederò di farlo alla mia società – continua il coach – È un atto dovuto, potete pure chiamarlo dimostrativo, per far valere la lealtà sportiva. È impensabile che la Federazione non prenda posizione su casi del genere, o lo faccia a stagione finita e quindi a campionato già falsato. L’anno prossimo verrà cambiata, o specificata meglio, la regola? Bene, ma chi cancella l’irregolarità attuale?».

Anche altre società starebbero pensando di seguire l’esempio di Varese, una volta incontrata Brescia, il tutto nel momento della stagione in cui si stanno decidendo le prime posizioni della classifica, quelle che porteranno ai playoff nazionali e quindi al sogno promozione in A2 (le ragazze di Lilli Ferri oggi sono seconde in graduatoria, Brixia è quarta e vuole recuperare).Ci sarebbe anche da scrivere dell’opportunità (per il movimento) di far giocare un giocatore straniero in un campionato dilettantistico, a logica riservato allo sviluppo dei giovani (se non lo è un campionato dilettantistico, quale campionato lo è?). Ma è inutile percorrere la strada di una polemica lunga, tortuosa e senza meta. Di certo Varese, con il suo settore giovanile e con le sue giovani che giocano stabilmente in prima squadra, anche qui ha la “coscienza” a posto.