«Noi, generazione d’oro con il lavoro. E nel mio futuro non c’è solo la crono»

Il samaratese classe ’99 Antonio Puppio, argento mondiale Junior: «Ero partito per dare il massimo»

Dicono di lui che sia un corridore silenzioso, ma con un “motore” straordinario considerata l’età. Antonio Puppio è un giovane ciclista classe 1999 di Samarate, difende i colori della Bustese Olonia, ed è reduce da tre mesi straordinari: il 24 giugno, a Caluso, ha vinto il campionato italiano a cronometro; il 2 agosto ad Herning, in Danimarca, ha raccolto un 10o posto europeo, sempre a cronometro, nella sua prima prova internazionale. Il 19 settembre l’exploit definitivo: a Bergen, in Norvegia, è stato argento mondiale a cronometro tra gli Junior, sublimando una crescita che lo porterà l’anno prossimo ad essere uno dei corridori Under 23 più interessanti da seguire. Con lui partiamo proprio ripercorrendo le emozioni dell’argento mondiale.

Diciamo di sì, adesso è tutto reale e chiaro. Sapevo di stare bene in quei giorni, è chiaro che il sogno di chiunque vada a un mondiale è quello, ovvero indossare la maglia iridata e quando sei lì cerchi di dare il massimo e punti a quell’obiettivo. Io avevo buone sensazioni fin dai primi giorni e anche quando abbiamo fatto la ricognizione mi sono accorto di stare bene. Durante la gara non ho avuto nessun tipo di intoppo ed è arrivata questa medaglia.


Penso dopo il campionato europeo ai primi di agosto, perché da quel momento il ct della nazionale Rino De Candido mi ha dato il via libera per iniziare a preparare il mondiale. Da quel momento ho fatto oltre un mese di preparazione con un unico obiettivo in testa: fare il massimo al Mondiale.

No, non è che non mi avesse soddisfatto, però era la prima esperienza in campo internazionale perciò non sapevo se essere felice o no di un 10o posto. È stato un banco di prova e mi è servito molto.

Non voglio che la crono diventi la mia unica possibilità di fare risultato, mi piace correre su strada e vorrei che le cose, durante la mia carriera, vadano di pari passo.


Dopo il campionato europeo in Danimarca sono stato contattato dal loro manager Leonardo Pirro e abbiamo trovato l’accordo per il passaggio. So che dovrò lavorare molto, crescere e imparare moltissime nuove cose: sarà come ricominciare da zero.


Uno nello specifico no, ma mi piacciono ciclisti come Froome, Dumoulin, Cancellara. Vanno forte a crono e anche in linea, come vorrei fare io.


Alla luce dei risultati si può dire di sì, ma sono il frutto del duro lavoro di ciascun singolo. La Federazione poi in questi anni ha scelto di investire molto sui giovani e, sia su pista che su strada: sta avendo ragione per ora.