Okoye è il freddo, Wells il salvatore. Cain, tre giocate valgono una partita

Esempio Ferrero, Tambone sicurezza, concentrazione Natali

Non trova gloria al tiro, ma il suo mattoncino prova a metterlo lo stesso. Spesso si trova a rincorrere l’ispirato Umeh: son dolori (ma non solo per lui).

Aspetta Slaughter come fa spesso con i suoi avversari, bramoso di tirargli una delle sue solite “pere”. L’esperto e forte ex Darussafaka e Real Madrid lo aggira senza batter ciglio: zaino, libri e cartella in un’unica soluzione per il buon Norvel. Che nel complesso, però, non demerita.

Un pregevole sottomano rovesciato è la punta estetica di una partita interpretata al solito: concentrazione e applicazione.

Già pararsi sulle tracce di un Gentile (Alessandro) piuttosto in forma, tenendolo (salvo episodi) piuttosto egregiamente, dà la misura della sua buona prova. Poi c’è tutto quello che compie nell’altra metà del campo, dove il suo atletismo fa amicizia più volte con la linea di fondo, i suoi tiri dalla media baciano la retina e la sua freddezza risulta decisiva nel finale.

Meglio di Wells (più libero mentalmente, più efficace) all’inizio, indispensabile alla fine, quando si conquista minuti e platea con i dardi che danno il là all’aggancio biancorosso. E non è nemmeno solo questo: è che è sicuro. Tanto. Bene bene.

La regola “ferreriana” fa invidia a quella di San Benedetto: sbaglia un tiro? L’azione dopo lo prende di nuovo e lo mette; subisce un canestro in faccia? L’azione difensiva successiva è ancora lì, petto contro petto. Esempio che si fa amare.

Inizio compassato e offensivamente anonimo, “da ragioniere”. Poi capisce di dover svestire i panni di un Filini qualunque e fa il protagonista. Quelle entrate al fulmicotone e quell’arresto e tiro fanno arrossire anche un buon difensore come Stefano Gentile. E diventano salvifiche.

Segna se la mira è esatta: ormai lo sappiamo. Speriamo lo sia spesso in stagione.

Una partita intera a subire prima Slaughter poi Lawson. Bocciato? No: in una sola azione si tuffa due volte a recuperare la palla e una ad arpionare un rimbalzo offensivo. Regalando ai suoi la vittoria. Altro che bocciato: ti vogliamo così.

Rimane nel castello per tre quarti, esce a prendere aria nell’ultimo. E per gli avversari son dolori, sia davanti che dietro. Ciao Sir Damian.