Patron ideale della scalata. Con gli uomini che già ci sono

Il commento del direttore Andrea Confalonieri dopo l’ufficialità dell’arrivo di Pietro Vavassori

Conosciamoci e vediamo cosa succede, rispettando chi arriva (Vavassori) e chi già c’è (per semplicità facciamo un nome: Scapini). È difficile per noi della Provincia dire qualcosa in più di ciò che già non vi abbiamo detto in questi anni (cioè tutto). È difficile perché abbiamo un rispetto totale sia di chi arriva, sia di chi già c’è: ci auguriamo che da questa alleanza scocchi la scintilla per riportare il Varese in serie B. Alla società

mancava solo una cosa per dare a tutti l’idea che la scalata un giorno arriverà a compimento: un finanziatore, ma che fosse anche un uomo di parola capace di gasarsi, cosa che accadrà se la città e le istituzioni lo faranno sentire “uno di loro” e non un estraneo o un nemico come capitò a Busto (per gelosia o per pura congiura). Ora, c’è. Vavassori è pragmatico, ispido e generoso se serve, ha un autentico culto per i giovani, difende fino in fondo e di petto le sue scelte nelle difficoltà, non accetta retromarce o tradimenti della parola data, ma è soprattutto un tifoso a cui piace vivere in mezzo ai tifosi, non dall’alto, ogni sfida: tutto ciò è molto biancorosso, e infatti lo abbiamo sempre visto come il patron ideale del Varese. Diamo solo un consiglio da amici a lui e a chi lo accoglie: andateci piano, fate un passo alla volta, non disperdete le energie in arrivo, ma nemmeno gli uomini migliori che già ci sono. E sapete benissimo di chi parliamo.