«Questa sera ci giochiamo la vita»

Volley - Alle 20.30 le Farfalle affrontano Piacenza: con una vittoria si va ai playoff, con una sconfitta in vacanza

Tutto in una notte: dentro o fuori, vittoria o flop, andare ai playoff o andare in vacanza. Non sarà una serata da mezze misure al PalaYamamay, dove alle 20.30 l’Unendo Yamamay riceve la Nordmeccanica Piacenza nell’ultima giornata di regular season. Non c’è da farla troppo lunga: se le farfalle vincono, chiudono all’ottavo posto e vanno ai playoff; se perdono, la loro stagione si chiuderà stasera.

Ci siamo molto concentrate sulle cose che non hanno funzionato bene contro il Club Italia: soprattutto la correlazione muro-difesa e la selezione di alcuni colpi. Per il resto, c’è poco da dire: dobbiamo solo pensare a giocarcela al meglio delle nostre possibilità, senza troppi pensieri e senza farsi condizionare dalle pressioni.

Non so, di sicuro posso dire che Giulia Leonardi farà la partita della vita. Conoscendola, so bene che in queste occasioni lei tira fuori il massimo. Per il resto, non è semplice prevedere che tipo di partita faranno loro. E neppure la cosa ci deve troppo riguardare: siamo consapevoli che dobbiamo solo vincerla, non importa se in tre, quattro, cinque set.

Guardi, io per natura sono molto emotiva, perciò sto solo cercando di rimanere il più possibile calma. E così proverò a fare anche oggi. Certo, fa specie pensare che questa potrebbe già essere l’ultima partita della stagione. Ma è un pensiero che dobbiamo subito allontanare dalla mente, altrimenti diventa anche inutile scendere in campo.

Prestissimo: fa ancora freddo.

No, non me lo aspettavo nel modo più assoluto. Si poteva fare qualcosa in più. Soprattutto perché – ne parlavamo anche con Mencarelli – abbiamo avuto e sprecato una quantità incredibile di match point. Penso alle partite con Novara, Casalmaggiore, lo stesso scontro diretto con Montichiari. Tutte occasioni perse. Ma è giunto il momento di riscattarsi.

Allora, facciamo una premessa: di questa squadra ho molto apprezzato l’assenza di primedonne, il fatto che ognuna abbia avuto la capacità di rimanere al proprio posto. Questo è molto positivo. Ma c’è un rovescio della medaglia.

Spesso, nei momenti no, la squadra si è colpevolizzata oltremisura, assumendo un atteggiamento troppo arrendevole. È un po’ mancata la capacità di superare l’errore, di andare oltre l’ostacolo.

Si può sempre fare qualcosa in più. Ma io sono sempre molto autocritica. Forse anche troppo.