«Se la strada sale il Varese non muore Certezze: Bettinelli squadra, ambiente»

In 2.800 allo stadio con l’Entella: Fontana c’era:«Approccio soft, chi gioca non pensi alla società. A Laurenza dobbiamo dare una mano tutti quanti. Serve continuità per 90’. E sbloccarsi fuori casa»

Sabato scorso, in mezzo ai 2.800 spettatori del Franco Ossola che non hanno abbandonato il Varese nel momento più difficile degli ultimi dieci anni, Attilio Fontana c’era. Lo abbiamo visto arrabbiarsi al secondo gol dell’Entella, soffrire quando i biancorossi non riuscivano a riaprire la partita, esultare al 2-2 di Neto e poi urlare “forza Varese” quando tutto lo stadio (e la squadra) hanno creduto nell’impresa del 3-2.

Allo stadio è difficile trattenere le emozioni. E fortunatamente abbiamo una squadra che di emozioni sa darne parecchie. Purtroppo ci sono delle difficoltà quest’anno, sia in campo che fuori.

In alcune fasi della partita sembravano tutti morti, e alcuni giocatori davano l’idea di tirare i remi in barca. Ma siccome in tante altre la squadra ha espresso anche un bel gioco, sono sicuro che il Varese non sia inferiore ai suoi avversari. Se manca qualcosa dal punto di vista della qualità, quel qualcosa va compensato con un impegno e una determinazione ancora maggiori. E poi non bisogna più sbagliare l’approccio.

I tecnici e i giocatori non devono preoccuparsi di queste cose. Loro devono pensare a giocare, come hanno sempre fatto finora. Bisogna però trovare una maggiore continuità durante la partita, anche perché i passi falsi alla fine si pagano.

Dobbiamo dargli una mano tutti quanti, ma sono convinto che le difficoltà verranno superate. Questa piazza, quando la strada è in salita, è capace di qualsiasi cosa. E anche stavolta ne uscirà bene.

Di tenere duro e impegnarsi comunque, perché alla fine i problemi si risolvono.

L’allenatore non è mai fondamentale, ma sono fondamentali i giocatori. Poi è chiaro che l’allenatore va bene o male a seconda dell’ambiente. E poi Varese l’allenatore giusto ce l’ha.

Secondo me è uno di quelli che non bisogna neanche discutere, credo che sia una delle certezze assolute per questa squadra. La salvezza dello scorso anno è la dimostrazione di come lui sappia fare il lavoro molto bene. E poi ha costruito un gruppo unito e compatto, che è la vera forza del Varese di oggi.

Nonostante l’età è ancora Neto che può fare la differenza. Mi piaceva tanto Capezzi, ma ultimamente è un po’ calato, ed è importantissimo recuperarlo al massimo. E poi ovviamente mi piace Zecchin, l’unico che ha un piede sopraffino.

È un campionato molto combattuto sicuramente, ma non di grandissima qualità. Negli ultimi anni c’erano squadre di un’altra categoria.

Enorme, e la storia lo insegna. Ma non può bastare, bisogna avere più continuità perché non possiamo confidare solo sulle partite interne.
Bisogna sbloccarsi fuori casa, e lunedì il Varese ha una sfida importantissima: se la vince, svolta.

Di passare un Natale sereno, e di farlo passare anche a me e ai suoi tanti tifosi, racimolando tutti i punti disponibili da qui alla fine dell’anno. Tutti gli altri problemi, ripeto, poi si risolveranno.