«Sogno questa maglia tra i pro»

Ale Albizzati, cuore rossoblù: «Giocare ancora più in alto sarebbe il coronamento di un percorso»

Quella di Alessandro Albizzati è una voce forte, chiara e da cui si percepisce tutta la determinazione e la voglia di vincere che accompagna la Varesina nelle sue partite. La si sente sempre, come un tuono che parte dalla difesa rossoblù per guidare la sua squadra; è la voce di un difensore centrale esperto e che fa parte del gruppo storico delle Fenici. Una voce che carica l’ambiente in vista del rush finale di questa prima parte di stagione.

Io vedo il bicchiere mezzo pieno perché siamo in linea con il nostro obiettivo che è la salvezza. Sono però convinto che ci manchi qualche punto; se penso al pareggio contro la Bustese, oppure a sconfitte immeritate come contro il Legnano o contro il Cuneo, posso dire che avremmo meritato un risultato ben diverso. In queste partite non siamo stati attentissimi e abbiamo commesso qualche errore di troppo che ci hanno impedito di raccogliere i tre punti.

Io penso che ci manchino un po’ di concretezza e di attenzione, ma sono convinto che miglioreremo presto. Anche perché le prestazioni sono sempre arrivate, tranne contro il Chieri, e questo rappresenta un’ottima base. Sicuramente siamo cambiati molto durante l’ultimo mercato, infatti dell’anno scorso siamo rimasti in pochi, e sono arrivati tanti ragazzi giovani. Poi bisogna dire che il Comunale deve tornare ad essere quel fortino che è sempre stato. Abbiamo già perso tre partite in casa; sono tante per una squadra come noi.

La nostra presenza è molto importante perché dobbiamo essere dei punti di riferimento per i giovani, anche come uomini; per questo motivo dobbiamo dare l’esempio e sbagliare il meno possibile. Fortunatamente abbiamo un gruppo fantastico, lavoriamo tutti bene seguendo il mister e analizzando con obiettività e serenità ogni situazione per coglierne i dettagli. Avere questi ragazzi e questo spirito rende le cose più facili anche per noi.

Il mister è un grande uomo e infatti noi giocatori abbiamo tutti un ottimo rapporto con lui. Tra l’altro da giocatore è stato anche il mio capitano alla Castellettese e un attaccante fortissimo. È un allenatore avveniristico a cui piace proporre idee nuove e studia molto per riuscire a farlo. Poi sa costruire dei rapporti umani con i calciatori. Com’è il rapporto tra me e lui? Straordinario.

Io mi sento parte di questa società e faccio parte del “gruppo storico” con Massimiliano Di Caro, Luca Tino, Federico Caon e il Direttore Generale Matteo Di Caro, che prima giocava con noi. Quando siamo arrivati dalla Solbiasommese abbiamo trovato un ambiente sano, organizzato e familiare. Lo è anche la società, sempre attenta ai rapporti umani, solida, lungimirante e con una grande programmazione. Abbiamo un ottimo settore giovanile e ora anche la nuova tribuna per i nostri tifosi. Il rapporto con questi colori è quindi speciale e molto profondo.

Ho un debole per Barzagli, quindi cerco di imparare da lui perché a trent’anni ho ancora tantissima voglia di imparare e migliorarmi. Questo è un primo pregio; poi penso di essere bravo di testa e nel giro palla. Ho anche dei difetti: non sono molto veloce, alle volte sono un po’ irruento e devo migliorare nella marcatura in area di rigore, ma ogni giorno lavoro per eliminarli e per crescere ancora.

Per la partita di domenica posso dire che stiamo lavorando con la testa giusta, quindi credo che il risultato arriverà. Per quanto riguarda il futuro dico che quest’anno ci salveremo. Poi siamo ambiziosi e credo che questa squadra e questa società possano arrivare più in alto. Non so se e quando sarà possibile ma io ho un sogno: giocare almeno un volta tra i professionisti con questa maglia e con il “gruppo storico”. Sarebbe il coronamento del percorso che abbiamo fatto insieme.