«Un’occasione da cogliere al volo. Per riprenderci il sogno distrutto»

La società - Documenti pronti, ora si attende la Federazione. Nell’attesa, i vertici biancorossi spiegano la scelta

La possibilità per il Varese di disputare la prossima Lega Pro è sempre più reale. Ora, come detto nei giorni scorsi, tutto è in mano alla Federazione ma la risposta, affermativa o no, arriverà a giorni, perché comunque i tempi stringono.
L’iter è chiaro: si procederà ad un conferimento d’azienda, non una fusione e nemmeno un acquisto del titolo sportivo. Come scritto ieri, è possibile solo in un modo: il Bellinzago sposterà la sede in un comune confinante, ossia Lonate Pozzolo, in Lombardia ed in provincia di Varese. Il Varese abbandonerà la vecchia matricola e acquisirà quella novarese, abilitata all’iscrizione in Lega Pro, chiedendo poi la deroga per giocare al Franco Ossola.

Ci sono alcuni problemi da risolvere: il primo è legato allo spostamento della sede del Bellinzago, perché la società piemontese ha cambiato la sede legale nell’estate del 2014, comunicando questo cambiamento alla federazione solo nell’estate scorsa, 2015. Per regolamento, non è possibile spostare la sede nuovamente a distanza di un solo anno. Verrà perciò a breve costituita una Srl che andrà a sostituire la vecchia dicitura di “associazione sportiva dilettantistica” per consentire il nuovo cambio di sede. In queste ore la società (ieri sera i soci si sono incontrati di nuovo) è in costante contatto con l’avvocato che segue la pratica per ultimare gli incartamenti burocratici che andranno a completare la richiesta.

Messe per un secondo da parte le questioni puramente formali, abbiamo chiesto ai soci fondatori del Varese il motivo per cui si è deciso di fare questo grande passo. Partiamo da Enzo Rosa: «Il passo è stato fatto perché abbiamo visto che una società aveva difficoltà ad ottemperare all’iscrizione alla Lega Pro. Il Bellinzago sul campo si è guadagnato la possibilità di giocarla, ma non ne ha le possibilità in termini di strutture ed economici.

La situazione attuale ci permette di disputare con tranquillità la Serie D però abbiamo deciso di cogliere al volo questa opportunità. Attenzione: non stiamo andando a depredare una società del suo titolo sportivo, perché il Bellinzago in questa situazione non potrebbe usufruirne. Si crea dunque una sinergia, con la proprietà del Bellinzago che potrebbe mantenere delle quote e allo stesso tempo il Varese potrebbe riprendersi qualcosa, dopo che è stato massacrato e fatto fallire l’estate scorsa. Per noi sarebbe come ripagare legittimamente i tifosi di ciò che loro è stato tolto. Le attuali possibilità che questa operazione vada in porto non sono altissime, però intendiamo percorrerle tutte».
Molto più sintetico, ma altrettanto significativo, il commento del presidente Gabriele Ciavarrella: «Preferisco non esprimermi fino ad eventuale ufficialità. Questa era un’opportunità che quantomeno andava seguita nella sua fattibilità. Siamo nelle condizioni di poterla cogliere, ma fino alla risposta della federazione preferisco non sbilanciarmi».
Queste invece le parole del vicepresidente Piero Galparoli: «Vale la pena provarci, assolutamente. Al contrario ci saremmo sentiti dei codardi a non farlo. Siamo varesini e abbiamo sempre avuto il desiderio e l’ambizione di riportare il Varese ai livelli che gli competono e ridare alla città un sogno che altri hanno distrutto. Economicamente abbiamo le garanzie per fare questo passo, ci sono imprenditori disposti a starci vicino ma non avremo risposte dalla federazione prima di una settimana. Il primo consiglio federale si riunisce il 18 luglio, di sicuro sapremo prima».