Fermo novanta minuti al gelo ma prima di subire l’1-0 compie una parata da campione e il pari è improvviso e angolato.
Castroflorio lo infila e il Legnano fa 2-2. A volte gli avversari sulla fascia sembrano avere una marcia in più: non ci stupiamo perché Luoni viene adattato terzino ma in realtà è un centrale bravo su anticipi, traiettorie, contrasti.
Se sbagli una virgola nella tempesta sei morto e lui lo sa, piuttosto la spazza o allunga i gomiti senza farsi vedere. E poi esce in mutande con lo striscione per Erika sotto braccio, il dono più bello.
Ci mette agonismo, impeto, partecipazione emotiva. E serve anche il pallone giusto a Becchio per il 3-2 che chiude il derby.
Un trottolino che poteva affondare nel fango, invece ci sguazza e lo spara ovunque, con le sue piccole leve d’acciaio inaffondabili. Cammina sulle acque.
Leone e trattore, sono i suoi terreni e le sue sfide: non perde un tackle, ha senso della posizione e coltello tra i denti. Non t’accorgi neppure mentre ti sta mangiando vivo.
Piedi e cervello finissimi che nella risaia hanno poco spazio.
Il piccolino dà battaglia e la gioca anche quando verrebbe voglia di buttarla via. Spostato in mezzo nella ripresa forma con Gazo una diga invalicabile. Il Varese ha vinto a centrocampo.
Dà i colpi della morte. Assist del primo gol, conquista il rigore: sposta gli equilibri arrivando come il vento. Non te ne accorgi e non puoi farci nulla.
Nel cuore del derby e della squadra, piglio giusto, gol sempre nell’aria: sostituzione immeritata. S’incazza, lui che non lo fa mai, perché ci tiene.
In realtà segna tre gol e non due (regolare la punizione annullata) nella partita che vale la stagione. Letale e totale, fa giocare lo stadio con lui.
Gol meritatissimo: tutte le volte che entra, dà la marcia in più.
Sarebbe titolare ovunque ma accetta di entrare dalla panchina dando corsa, lotta, cuore.