«Vergogna». Applausi per il Legnano

Il Varese perde faccia (e campionato) nel derby contro l’ultima in classifica. Che ha orgoglio, e vince 1-2. Al fischio finale dai distinti volano fischi, sacrosanti. La tribuna invece batte la mani: ma lo fa per gli avversari

Partiamo dalla fine. Anche perché è dove siamo arrivati.

Triplice fischio. La tribuna è in silenzio: non ha più neanche la forza di arrabbiarsi.

I giocatori che hanno addosso la maglia rossa si avviano a testa bassa verso i distinti: dove invece c’è ancora la forza della rabbia. Nera, furibonda, ovvia: una roba così è inaccettabile. Piovono fischi, «vergogna», «andate a lavorare».

Gli ultras biancorossi sono sotto i distinti, radunati alla rete, non al loro solito posto nell’ala destra del settore popolare del Franco Ossola: non ci sono, perché al 20’ della ripresa lo hanno abbandonato, arrotolando il loro striscione e sfilando in silenzio verso le scale. I giocatori con addosso la maglia rossa vengono tenuti a colloquio per quasi una decina di minuti. Sono soli, perché nessuno ci mette la faccia. Non lo fa giustamente Bettinelli, ultimo arrivato e senza particolari colpe: se non ci è riuscito (o non ci riuscirà, ma in lui crediamo ancora) neanche lui, vuol dire che non c’è proprio sangue da cavare.

E non lo fa nessun altro, né chi ha costruito la squadra (male in estate, dove sono state fatte troppe scommesse, perse; peggio a dicembre, dove si è ammassato un giocatore dopo l’altro senza criterio alcuno), né chi ha riempito i tifosi di aspettative e promesse, decidendo di costruire un grattacielo partendo dalla cima (obiettivo: Lega Pro) e non dalle fondamenta, offendendosi pure se qualcuno ha osato criticarne modi, tempi e scelte.

Nel frattempo, sotto la curva sud, è festa grande: i giocatori del Legnano, che da ieri hanno la maglia lilla tatuata sulla pelle, si stanno prendendo l’abbraccio dei 100 ultras che li hanno accompagnati da ultimi in classifica, praticamente già retrocessi, al Franco Ossola. Li ringraziano, per la prova di cuore, sangue, sacrificio. Orgoglio. Quella che ha permesso di vincere al Franco Ossola 1-2: una partita che riscatta una stagione intera di delusioni.

La tribuna è ancora lì, ferma, gelata, impetrita. Distrutta dalla delusione di aver visto i giocatori con addosso la loro maglia giocare senza un minimo di carattere, onore, volontà, grinta, voglia. Orgoglio. Non hanno ancora sfogato la loro rabbia. Ma alla fine lo fanno, in un modo forse mai visto. Da pubblico competente, sportivo. Vero. E talmente incazzato da infilarsi nel petto il più doloroso coltello possibile: nel giorno in cui la vittoria del campionato (non matematicamente, ma di certo giocando così…) è stata buttata via per sempre, i tifosi della tribuna sommergono di applausi i giocatori del Legnano. Che scivolano via verso gli spogliatoi con gli occhi sgranati dallo stupore, il petto gonfio la maglia sudata e onorata.

Intanto quelli con la maglia rossa addosso se ne tornano verso gli spogliatoi, a testa bassa, la stessa che hanno tenuto per tutta la partita. Partita che hanno perso, 1-2 contro l’ultima in classifica. Finendo così al quinto posto, a -4 dal Cuneo capolista, -2 dall’Inveruno, – 1 dalla Caronnese, pari punti con il Borgosesia. A cinque giornate dalla fine di un campionato che nessuno voleva vincere: per quanto visto ieri, a cominciare dai giocatori del Varese.

Siamo partiti dalla fine. Torniamo all’inizio. Quando i tifosi del Varese, con ancora un po’ di delusione per lo 0-0 di mercoledì contro la Pro Settimo, arrivano al Franco Ossola carichi. Perché non è finita, anzi: a sei giornate dalla fine c’è ancora tutta la possibilità di vincere. E avere di fronte l’ultima in classifica, con tutto il rispetto, è la miglior occasione possibile per tornare a fare tre punti (in un colpo solo…) a Masnago.

In tribuna c’è il presidente Fabio Baraldi e anche Pietro Tripoli, uno degli eroi della finale contro la Cremonese. Almeno 1700 gli spettatori presenti: il Franco Ossola sembra più pieno del solito.

Bettinelli lancia qualche novità: Granzotto terzino sinistro, Lercara in ala davanti a lui, Moretti davanti con Giovio. Dall’altra parte l’ex biancorosso Paolo Tomasoni risponde “a specchio”, anche lui col 4-4-2.

Ti aspetti un Varese arrembante. E invece è al Legnano che dopo 16’ annullano un gol: Laraia calcia dalla distanza, Hazah attraversa la traiettoria del pallone e la sporca di testa, battendo Pissardo, ma il numero 10 lilla è in posizione di fuorigioco. Un brivido. E, si spera, una scossa per il Varese. Che costruisce una palla gol (26’): imbucata di Giovio per Moretti che sfonda in area, finta il tiro di sinistro a incrociare e sterza sul destro allo spigolo dell’area piccola, per poi battere sul primo palo. Pare fatta, e invece spunta il piedone di Houehoue che, con un miracolo assoluto, devia in calcio d’angolo.

Un contropiede sprecato (31’: Moretti apre su Lercara con Talarico molto più libero sul lato opposto) sembra raccontare un Varese che inizierà a fare la partita. Tutto il contrario, perché è il Legnano a fare gol (33’): filtrante di Bolis per Hazah che guadagna un passo di vantaggio su Luoni e, con la punta del piede, buca Pissardo.

0-1 Legnano. E l’incubo di Bettinelli – vedere i suoi crollare alla prima difficoltà – si materializza. Perché quelli con la maglia rossa addosso non ci capiscono più niente. Mentre in tribuna si litiga, perché qualcuno cerca ancora – con il cuore, spegnendo la testa – di difendere la squadra, il Varese si lascia andare, in balìa degli avversari e della sua totale mancanza d’orgoglio. Lo fa a tal punto che al 47’, ultimo minuto di recupero,

rischia di prendere un gol che avrebbe fatto piangere, e non ridere, pure i polli: lancio lungo della difesa del Legnano che Ferri si lascia scivolare alle spalle, camminando avanti e non guardando dove va la palla. Nessun compagno lo avvisa che il lancio – che rimbalza in zona trequarti, è molto più corto di quello che crede. Hazah vola a prenderlo, tutto solo, e con Pissardo in uscita fuori dall’area invece che scartarlo gli calcia contro il corpo, sprecando un’occasione super per andare negli spogliatoi 0-2.

Si torna in campo per il secondo tempo. O meglio, ci torna il Legnano. Che al 13’ viene ripagato dalla fortuna dopo aver sprecato a fine primo tempo il meritato 0-2: Balconi scende a sinistra e fa partire un cross impreciso. Impreciso come cross, perfetto come tiro: perché la palla vola verso il secondo palo e si infila alle spalle di Pissardo, in volo disperato dopo aver mal calcolato la traiettoria, dentro l’incrocio dei pali.

Nel frattempo in campo è entrato Piraccini, che al 15’ si conquista un rigore e va a batterlo: il tiro incrociato è rasoterra e angolato, non fortissimo, difficile da prendere. Ma Houehoue lo raggiunge a mano aperta, e devia in angolo. Il Franco Ossola è ammutolito, la Curva al 20’ sbaracca, arrotola lo striscione e se ne va.

Al Varese in realtà un gol entra (24’): angolo di Rolando, testa di Gucci e 1-2. Potrebbe essere l’inizio di un’incredibile rimonta a cui tutti i tifosi del Varese ora credono. I tifosi, ma non i giocatori: che si trascinano fino al fischio finale, senza costruire un’azione che una.

Finisce 1-2 e il Cuneo scappa a +4 a 5 giornate dalla fine. Hai voglia adesso a crederci ancora. Anche perché, se non ci credono quelli con addosso la maglia rossa, perché dovrebbe farlo chiunque altro?

: Pissardo; Talarico, Luoni, Ferri, Granzotto; Becchio, Bottone, Vingiano, Lercara (Rolando dal 4’ st); Giovio (Piraccini dal 12’ st), Moretti (Gucci dal 23’ st). A disposizione: Bordin, Bonanni, Cusinato, Gazo, Viscomi, Benucci. All. Bettinelli.

GNANO (4-4-2): Houehoue; Paroni, Mele, Rovrena, Balconi (Marcolini dal 42’ st); Cantarella (Cochis dal 34’ st), Bolis, Provasio, Laraia (Perez dal 28’ st); Hazah, Ianni. A disposizione: Di Graci, Perucca, Tomei, Pelucchi, Ojeda, Adici. All. Tomasoni.

: Piazzini di Prato (Vannini e Senzi di Siena).


Spettatori: 1700. Ammoniti: Houehoue e Ianni (L); Granzotto (V). Angoli: 6-4; fuorigioco: 1-2; tiri (in porta): 12 (7) – 9 (5); falli: 13-12; recupero: 2’ + 5’.