«Voglio un altro salto di qualità»

Il gioiello Federico Zazzi non si accontenta: «Ho capito la serie D. E ora vivo in pieno la città»

La crescita del Varese passa dai suoi piedi, dalle sue invenzioni, dalla sua giovane sfacciataggine. Federico Zazzi ha passato un periodo di appannamento, giocando lontano dai suoi livelli, è partito dalla panchina nella prima di Ciccio Baiano ma ha poi deciso la partita con un assist prodigioso.

Per qualche istante, lasciamo però da parte il calcio. Il giovane milanese, ormai varesino acquisito, ha trascorso la serata di mercoledì al palazzetto assieme a molti compagni di squadra, per assistere a Varese-Villeurbanne: con lui c’erano Jacopo Salvatore, Francesco Viscomi, Davide Bottone, Matteo Scapini, Patrick Consol, ma anche il segretario Marco Bof, il grandissimo Pietro Frontini ed il presidente Gabriele Ciavarrella. Una serata speciale, che Federico ci racconta così: «È stata la prima partita di pallacanestro che ho seguito dal vivo in tutta la mia vita, e mi ha appassionato davvero tanto, anche perché si è decisa all’ultimo istante con una tripla. Penso che, dopo questa esperienza, ci andrò molto più spesso, anche perché ora vivo qui e non devo fare avanti indietro».

Ecco, in quest’ultima frase c’è già una importante novità nella vita del centrocampista del 1997: «L’anno scorso facevo il “pendolare”, ogni giorno avanti indietro da Milano, in zona Bande Nere, dove abita la mia famiglia. Da quest’anno ho preso casa a Vedano Olona, condivido un appartamento con Jacopo Salvatore, è anche un modo per ottimizzare le spese».

La prima volta fuori casa, dunque, e la prima volta in Serie D. Una prima fase di stagione non facile, ma comunque importante: «Devo ammettere che la differenza tra la Serie D e l’Eccellenza c’è, si nota. Però in queste partite ho capito come funziona, penso di potermela giocare tranquillamente per poter fare un salto di qualità ulteriore. La mia stagione non è iniziata male, perché nelle prime due uscite di Coppa Italia ho fatto bene,

così come a Cuneo, anche se forse la prestazione è passata in secondo piano dopo l’espulsione. Poi ho collezionato una serie di prestazioni non ai miei livelli, però già nell’ultima partita penso di essermi ripreso». Il modulo iniziale era un 4-2-3-1, poi si è passati ad un 4-3-2-1, ora si va con più convinzione verso il 4-3-3 di Baiano. Quali sono le preferenze di Federico? «Io sinceramente mi trovo meglio in un centrocampo a tre, anche perché è lo stesso con cui giocavamo l’anno scorso. Questa disposizione mi permette di giocare da mezz’ala, che è il ruolo in cui mi trovo meglio».

L’anno scorso la mediana la divideva solitamente con Gazo e Capelloni, quest’anno l’innesto principale nel ruolo è quello di Giampaolo Calzi: «Con “Giampi” mi trovo benissimo, per me è un elemento fondamentale. In primis perché mi aiuta molto, è più esperto di me e al suo fianco gioco meglio, mi trovo alla perfezione. Mi rispecchia e mi completa allo stesso tempo».

Cosa non ha funzionato nel momento di difficoltà vissuto dai biancorossi? «Abbiamo capito che in questo campionato tutte le squadre si equivalgono, nulla va dato per scontato e anche quando giochi sul campo dell’ultima in classifica, puoi fare fatica. Noi a Bra abbiamo sbagliato l’approccio, pareggiando una partita che andava vinta».

Domenica scorsa, alla prima di Baiano, la sua esclusione ha fatto rumore ed il suo ingresso poi ha cambiato la partita: «Il mister mi ha preso da parte prima della partita e mi ha spiegato i motivi per cui mi ha preferito Cusinato: cercava più aggressività, un fattore che io ancora devo migliorare parecchio. Io giustamente ho accettato senza nessun problema, imponendomi di fare il massimo quando mi avrebbe inserito a gara in corso. Così è stato, sono riuscito a dire la mia in campo e sono felice».