Don Giuseppe va, ma ora chi arriva?

Toto parrocchie - Diverse “indiziate” per il cambio della guardia: da Borsano a Sant’Anna, fino a San Giuseppe

– Il saluto di

alla parrocchia di San Michele: lo sostituirà, fino a settembre, il Prevosto

. «Conservo nel cuore questa bella comunità cristiana» il commiato di don Giuseppe, che oggi verrà salutato dai suoi fedeli. Ma ci sarebbero altre partenze in vista tra i parroci della città. E con le vocazioni in crisi, in futuro si renderanno sempre più necessari gli “accorpamenti”, lasciando un solo parroco per due parrocchie.

Il tema è delicato, tanto che lo stesso monsignor Pagani, in occasione della recente visita del Vicario episcopale all’Istituto La Provvidenza, aveva amichevolmente “tirato la giacchetta” – pardon, l’abito talare – per invocare l’arrivo di nuovi sacerdoti in sostituzione di quelli uscenti, o in uscita. La prima partenza eccellente, nella “squadra” dei parroci del Decanato, è quella di don Giuseppe Corti, che dopo tredici anni di servizio a San Michele, verrà salutato questa mattina dalla comunità

del quartiere, in vista della conclusione del suo ministero in parrocchia, prevista per il 30 giugno. «Il mio sacerdozio si è intrecciato con la vita di fede di questa bella comunità cristiana – le parole di commiato del parroco di San Michele – conservo nel cuore tutti coloro che ho incontrato e conosciuto. Mi sono lasciato coinvolgere da persone meravigliose che seguono i tanti casi di povertà presenti in mezzo a noi». Dal primo luglio, in attesa della nomina del nuovo parroco, il posto di don Giuseppe Corti verrà preso da monsignor Severino Pagani, che ha ricevuto l’interim fino al mese di settembre, e che continuerà ad essere coadiuvato da don Adriano Colombo e da don Federico Cinocca. Ma le voci di nuovi cambi della guardia nelle parrocchie della città corrono veloci. Di “indiziate” ce ne sono diverse, anche eccellenti – da Borsano a Sant’Anna, fino a San Giuseppe – ma fino a quando dalla Diocesi non arrivano notizie ufficiali sui trasferimenti, non si può dare nulla per certo. Quel che è prevedibile è che per il prossimo futuro, con l’età media dei parroci che si alza e le vocazioni che continuano ad essere in crisi, non è certo che le nuove partenze possano essere sempre sostituite dalla Diocesi. Così si riproporrà il tema delle unità pastorali tra le varie parrocchie della città, andando sempre più frequentemente verso un modello di un parroco ogni due parrocchie. Qualche tentativo in questa direzione lo si è già fatto: in passato l’unità pastorale Sant’Anna e Santi Apostoli durò poco e si tornò alla divisione tra le due parrocchie, mentre attualmente sembra funzionare bene l’aggregazione tra Sant’Edoardo e Santa Croce. Altri esperimenti in questa direzione potrebbero rendersi necessari in futuro per le parrocchie più piccole, come San Giuseppe. Di certo, varrà sempre di più quanto riaffermato da monsignor Pagani nella festa Patronale: «Lavorare insieme tra le parrocchie unisce le energie, fa incontrare tra loro le persone e suscita nuove responsabilità».