La guerra dell’acqua tra Busto e la Provincia. «O ci pagate il subentro o riprendiamo le reti»

Il gestore Alfa non riconosce ad Agesp il saldo dovuto, il sindaco sbotta: «L’Ato ci sta prendendo in giro»

Busto Arsizio alla guerra dell’acqua. L’Ato non riconosce il valore delle reti idriche ad Agesp e il sindaco sbotta: «Non voglio più essere preso per i fondelli. O ci danno quello che abbiamo definito con le perizie, oppure ci riprendiamo in mano le reti».

La questione è in ballo dal 2015, quando Busto Arsizio, concedendo insieme a Gallarate l’affitto delle reti idriche ad Alfa, ha permesso alla nuova società provinciale di nascere.

Entro il 31 dicembre di quest’anno, però, Alfa deve procedere con l’acquisizione definitiva delle reti, riconoscendo alla proprietaria Agesp un “valore di subentro”, «che non è altro – spiega il consigliere delegato alla riorganizzazione delle partecipate – che il valore degli investimenti effettuati da Agesp e dal Comune sulle reti idriche. Non sono negoziabili, ma sono il frutto di una perizia che l’Ato, l’autorità provinciale dell’idrico, deve soltanto asseverare».

Ma tra il valore calcolato dalla perizia di Agesp (15 milioni di euro circa) e quello che l’Ato ha valutato (circa 6 milioni), balla una cifra consistente. Così, dopo il “nulla di fatto” dell’ultimo vertice in Provincia di mercoledì pomeriggio, il sindaco Emanuele Antonelli, da azionista di controllo di Agesp, la società partecipata che deve cedere le reti dell’acqua al gestore provinciale Alfa, non ci ha visto più.

«Ho concesso controvoglia la proroga dell’affitto delle reti al 31 marzo, facendola approvare in giunta – spiega il sindaco – una proroga per l’ennesima volta, solo perché il consigliere Gorrasi è troppo buono ed ecumenico quando va alle trattative. Io ero contrario, e fosse stato per me avrei cessato fin da subito, perché ormai è un anno e mezzo che quelli dell’Ato ci prendono in giro. Ora da loro esigo solo risposte. Questa è veramente l’ultima proroga».

Antonelli non accetta ulteriori discussioni, anche perché, come sottolinea Gorrasi, Busto si è presentata al tavolo con «una perizia che Agesp ha commissionato a professionisti specializzati nel settore e professori universitari» e con il presidente di Anea, l’associazione delle autorità d’ambito, che «ha detto che c’è poco da discutere».

A questo punto, per il sindaco di Busto, «o i valori sono quelli che diciamo noi, perché sono certificati, oppure ci riprendiamo le reti. Non voglio più essere preso per i fondelli: ho bisogno di questi soldi perché stiamo cercando di onorare tutti i debiti, ma pretendiamo che ci vengano riconosciuti correttamente i nostri crediti. Busto Arsizio non ha più intenzione di fare la banca per gli altri».

Una stoccata anche ai vertici politici di Villa Recalcati: «I nostri bilanci non sono certo quelli della Provincia, sono approvati con le giuste maggioranza, non come quelli della Provincia».