«La nostra resistenza continua»

Tutto esaurito per Don Ciotti al Manzoni, accolto dai progetti degli studenti sui beni confiscati alla mafia

Tutto esaurito per don al teatro Manzoni. «Corruzione e mafia sono due facce della stessa medaglia». Il fondatore di “Libera”, simbolo della lotta contro la mafia, viene accolto dai progetti dei ragazzi del liceo artistico per il riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata di via Quintino Sella, a poche decine di metri di distanza dal teatro.

Finalmente a patrimonio del Comune, la pizzeria e gli appartamenti potrebbero ospitare iniziative sociali: con due progetti improntati all’«architettura sociale» messi a disposizione della città, gli studenti sognano un bar autogestito dagli studenti, una sala di registrazione musicale, un caffè letterario, un bibliolab. Per il resto, è stato un prevedibile pienone nella sala del quartiere San Michele per la serata sulla legalità con Don Luigi Ciotti e il partigiano Cin, al secolo , un’iniziativa organizzata da Libera, Anpi, Coop Lombardia e Gruppo Missionario di Sacconago con la partecipazione della Filarmonica Santa Cecilia di Sacconago, nell’ambito della festa dell’oratorio San Filippo “Vergognosamente felici”.

In prima fila il sindaco , la senatrice del Pd , il presidente del consiglio comunale . Accolto da un calorosissimo applauso, don Luigi Ciotti ha subito iniziato a parlare di se stesso e della sua storia personale. «La strada continua ad essere per me e per tanti altri, perché io sono qui per rappresentare un “noi” – la lezione del prete del gruppo Abele – la grande protagonista della mia vita, dove ho avuto gli incontri che mi hanno fatto cambiare la vita.

I miei riferimenti sono il Vangelo e la Costituzione, dove ci sono le regole dell’essere cittadini. Facciamola diventare cultura e costume, perché se fosse applicata veramente, sarebbe il primo testo antimafia, anticorruzione, anti-povertà». Parlando del suo impegno sulla strada, don Ciotti ha invocato: «Lottiamo per la dignità delle persone, che hanno bisogno di verità e giustizia, sociale in primis». Poi il ricordo di , a pochi giorni dall’anniversario di Capaci: «Ci siamo incontrati due mesi prima della strage di Capaci ad un corso della Polizia sul tema delle dipendenze – ricorda don Ciotti – diceva che la battaglia contro la mafia è una lotta di legalità e di civiltà. La lotta alla mafia è un problema di civiltà, di cultura, di servizi, di rispetto della Costituzione. Passi in avanti si sono fatti, ma il processo di liberazione e di Resistenza non è terminato, se un Paese è schiacciato da una presenza criminale e mafiosa, dalla corruzione, dalla doppia corsia, dalle diseguaglianze. Corruzione e mafia sono due facce della stessa medaglia».

E il partigiano Cin aggiunge: «Impegnatevi, ce n’è bisogno. Questa nostra Italia non è di alcuni, è di tutti. Se ci impegniamo sarà migliore di quella che è adesso».