«Le imprese in prima fila verso la modernità»

Il discorso del presidente di Univa Riccardo Comerio durante l’assemblea dell’associazione che si è tenuta ieri a Malpensafiere. Due pagine speciali sul giornale in edicola

Il coraggio delle scelte: «Chi pratica la modernità sa che deve dimostrarlo quotidianamente», così ha aperto il suo discorso Riccardo Comerio, presidente dell’Unione Industriali di Varese all’assemblea dell’associazione che si è tenuta ieri a Malpensafiere alla presenza di quasi mille persone fra imprenditori, politici, autorità del territorio.

Siamo in una fase storica che ha uno scenario continuamente mutevole ha spiegato Comerio e «il progresso tecnologico è fattore determinante del cambiamento della società: innesca la trasformazione, ma non la esaurisce». Servono elementi di contesto per entrare forti nel futuro. Il mondo è in continua trasformazione «e la trasformazione e anche è anche economica e sociale, si associano mutamenti di grande portata in campo economico, geopolitico e sociale», viviamo in un mondo pieno di pericolose divisioni, conflitti, differenze e massimalismi «e in questo nuovo panorama può vincere solo l’unione e non la divaricazione».

Serve perciò uno sforzo collettivo in questa direzione. Cambia il contesto e cambiano gli stili di vita e di conseguenza i consumi «siamo di fronte a una trasformazione sociale che diventerà sempre più rapida e con effetti sempre più significativi».

Cambiamenti che possono diventare opportunità per le imprese, per i giovani, per il mondo del lavoro, ma «di fronte a un mondo con così tanti cambiamenti in atto, oggi più che mai serve una visione politica che sappia dare risposte alle ricadute della crisi e alle disuguaglianze. Bisogna gestire i cambiamenti per agganciare la crescita del futuro».

Serve una politica di visione «che si traduca in politica industriale che sappia riconoscere la posizione centrale che le imprese giocano nel rilancio dello sviluppo: senza impresa è impossibile affrontare la modernità». Serve dunque stabilità politica e certezze delle regole ha sottolineato Comerio, «di questo abbiamo bisogno, di un contesto che garantisca la tenuta delle regole nel tempo e che agevoli la volontà di provare ad essere imprenditori».

La richiesta lanciata da palco di Malpensafiere, e accolta con un applauso è stata perentoria: «Abbiamo bisogno di una tregua legislativa». Questo è ciò che chiedono gli imprenditori. Lavorare, in un contesto adeguato alle sfide che, per primi, devono essere pronti a cogliere: «Sappiamo che le trasformazioni richiederanno significativi investimenti, si parla di cambiare in maniera radicale la fabbrica, il nostro modo di lavorare».

Il futuro è già iniziato «e non possiamo permetterci il lusso di pensare che non ci toccherà: dovremo saper trovare stimoli dai cambiamenti in atto, a partire da quelli tecnologici che rivoluzionano il modo di produrre, l’organizzazione e l’interazione con le cose».

Ci sono dunque gli obiettivi, le ipotesi di lavoro «ma il nostro territorio è pronto a recepire questo cambiamento?».

Qualche numero Varese può vantarlo ha sottolineato Comerio «abbiamo le strutture adeguate, abbiamo i centri di ricerca, siamo ai primi posti nella banda larga, abbiamo talenti che devono essere portati al valore. Questa è la scommessa di tutti noi: come imprenditori, cittadini, consumatori, lavoratori, ma anche come istituzioni e come forze sociali». E allora, «se le aziende possono essere protagoniste di questo cambiamento, se il territorio può agganciarlo, se si possono trovare le giuste alleanze fra le parti sociali, se finanza e banche possono collaborare nella ricerca di strade alternative per garantire il finanziamento degli investimenti: questo futuro può essere nostro».

Perché il domani, ha concluso Comerio «se affrontato insieme, non ci fa paura».