«L’inceneritore non inquina? Spostiamolo all’ex Borri…»

Il comitato di Borsano tuona contro il sindaco: «Non può ignorare la nostra salute»

Lo hanno letto parola per parola e, alla fine, hanno sentenziato: no, così proprio non va. E hanno lanciato una provocazione: visto che l’incerneritore Accam non inquina, perché allora non farlo in pieno centro città nell’ex sede del calzaturificio Borri?

La provocatoria proposta è, nelle intenzioni del comitato inceneritore e ambiente di Borsano, la risposta a quanto affermato dal sindaco di Busto Arsizio in un articolo comparso su un quotidiano nazionale. Due i punti fermi posti dal comitato per controbattere a quelle affermazioni: in primo luogo, dicono, l’inceneritore inquina eccome e ci sono dati che lo esprimono a meraviglia, e poi la chiusura degli impianti per il 2021 stabilita dalla maggioranza dei soci Accam non si tocca.

«Dall’analisi epidemiologica fatta da Ats Insubria e Ats Città di Milano nelle zone di ricaduta degli inquinanti ovvero Busto Arsizio Castellanza Castano Primo Buscate Dairago Legnano Magnago dell’inceneritore – afferma il portavoce del comitato – si evince un’associazione significativa con alcuni ricoveri».

E, per rinforzare il concetto, fa prendere la parola ai numeri, spesso più eloquenti degli slanci verbali: «Nella zona dell’inceneritore ci sono stati eccessi per circa il 10 per cento di ricoveri per cause cardiovascolari per gli esposti a biossido d’azoto (nox) e di circa il 20 per cento per esposti a biossido di zolfo; circa venti soggetti l’anno sono stati ricoverati per queste patologie, e il sindaco Antonelli sostiene che l’inceneritore non inquina?».

E allora, aggiunge Landoni, se non inquina non sussisterebbe alcun problema a spostarlo anche in un altro punto del paese. «Perché il sindaco Antonelli – afferma il portavoce del comitato borsanere – non costruisce un inceneritore al centro di Busto Arsizio in mezzo al verde nell’ex sede del calzaturificio Borri assecondando così le sue idee e quelle dei suoi benpensanti per cui esistono grandi inceneritori al centro di città come Vienna e Montecarlo?».

Landoni conclude la riflessione con un chiaro invito al primo cittadino di palazzo Gilardoni: «Diciamo al nostro sindaco basta guadagnare sulla nostra salute – sostiene – lui è responsabile della nostra salute e non può fare finta di niente; dopo più di quarant’anni di inceneritore vogliamo lasciare una Borsano non inquinata dall’inceneritore ma con il verde e aria più pulita, il signor sindaco ha ancora tempo per lasciare un’impronta di buon sindaco se elimina le fonti inquinanti». Dallo stesso discorso muove anche il richiamo di Landoni al rispetto della scadenza dei termini di spegnimento dell’inceneritore stabiliti dalla maggioranza dei soci: «Entro il 2021 se non prima».