«Lo Stato ci deve 31 milioni di euro». La rivolta nei Comuni del Varesotto

I soldi sarebbero stati tolti, per la Corte Costituzionale, «in maniera illegittima» dal governo Monti

Ai Comuni della provincia di Varese mancano 31 milioni di euro, somme che per la Corte Costituzionale erano state «tolte in maniera illegittima» dal governo Monti: la Lega Nord presenterà una mozione in tutti i consigli comunali per chiederne la restituzione. «È la nostra “presa della Bastiglia”» spiega il segretario provinciale del Carroccio .

Nel giorno in cui il presidente della Regione Roberto Maroni annuncia che il referendum per l’autonomia si farà entro l’anno in Lombardia e Veneto, la Lega Nord provinciale prepara «le barricate» per chiedere allo Stato centrale il rimborso dei circa 31 milioni di euro di riduzione dei trasferimenti erariali operata con il decreto della “spending review” el governo Monti (luglio 2012), giudicata «totalmente illegittima» dalla Consulta, con una sentenza che di fatto ha aperto ai Comuni le porte per chiedere il rimborso di quelle risorse.

«Un’azione collettiva» quella presentata ieri dal responsabile degli enti locali del Carroccio provinciale . «Presenteremo una mozione in tutti i consigli comunali, perché tutti i Comuni lombardi devono riprendersi indietro i propri soldi». Le cifre sono consistenti, e potrebbero cambiare la vita ai sindaci alle prese con la faticosa quadratura dei bilanci proprio in questi giorni. Per fare alcuni esempi, Varese si è vista “scippare” dallo Stato quasi cinque milioni di euro (4 milioni 858mila per la precisione),

Busto Arsizio tre milioni e 462mila euro, Gallarate due milioni e 412mila euro, Saronno un milione e 322mila euro, e così via fino ai poco più di novemila euro della piccola Duno. «Il centralismo ha raggiunto livelli soffocanti, c’è in gioco la nostra sopravvivenza – sostiene il segretario provinciale leghista Matteo Bianchi – la sentenza della Corte Costituzionale ha aperto un varco, ma è chiaro che il governo non intenderà restituire i soldi. L’obiettivo della nostra iniziativa è, dal lato politico, mettere alle strette i Comuni a guida centrosinistra, dall’altro capire se ogni singolo ente, supportato dal consiglio comunale, possa impugnare la sentenza per far tornare indietro i soldi. È un modo per organizzare una resistenza nei confronti dello Stato che prevarica gli enti locali». Un ritorno alla battaglia contro “Roma padrona”, come è tornata a chiamarla anche Umberto Bossi in questi giorni, che è nel Dna del Carroccio: «Se guardo alla mia Morazzone, stiamo parlando di 110mila euro. Un’inezia per una comunità che versa ogni anno allo Stato 12 milioni di Irpef, ma una cifra che per un sindaco come me vuol dire evitare di tagliare sui servizi e sugli investimenti – sottolinea Matteo Bianchi – se pensiamo che di quel residuo fiscale da 12 milioni prodotto dai cittadini morazzonesi, il Comune vede ritornare appena 400mila euro, sempre meno risorse visto che prima del decreto spending review erano circa 600mila, ci rendiamo conto di quanto sia più che mai attuale la questione settentrionale. Questa deve essere la nostra “presa della Bastiglia”, le comunità che sfidano uno Stato arroccato sui suoi privilegi e che dimentica le esigenze del mondo reale per occuparsi di immigrazione e di coppie di fatto».