Malcontento per l’organizzazione. Scatta la protesta nel centro profughi

Caos e disordini di una trentina di ospiti nella struttura di via Montello a Fagnano Olona

Ancora proteste al centro di accoglienza dei richiedenti asilo del Varesotto situato in di via Montello: nelle ultime ore, precisamente nel pomeriggio di giovedì, è andata in scena un’altra manifestazione di disapprovazione. Una protesta sulla quale sono ancora in corso tutti gli approfondimenti del caso per chiarire con esattezza come si sono svolti effettivamente i fatti.

Stando a una prima ricostruzione, solo una parte degli ospiti della struttura avrebbe manifestato il proprio dissenso. Sempre secondo le prime informazioni, infatti, sarebbero stati circa una trentina gli ospiti della struttura ad aver inscenato la protesta peraltro non annunciata. Complessivamente avrebbe fatto, quindi, sentire la propria voce circa un terzo dei richiedenti asilo. All’interno della struttura sono ospitate 86 persone.

L’obiettivo della protesta è stato quello di contestare alcune decisioni assunte dalla cooperativa che gestisce la struttura fagnanese, anche se i motivi precisi non sono stati chiariti con esattezza. Alla base di tutto potrebbe esserci stato un motivo di natura organizzativa, ma si tratta di circostanze da approfondire con maggiore chiarezza.

Forse a chi contestava non andava giù il fatto di essere controllati e monitorati, secondo le direttive impartite inizialmente dai gestori della struttura, da soggetti appartenenti alla stesse etnia. Non avrebbero accettato il fatto di essere controllati da “custodi” di provenienza centrafricana. Una situazione, per quanto sarebbe stato ricostruito sul posto, che non avrebbero gradito, tanto da promuovere una protesta del tutto pacifica. La trentina di “dissidenti” avrebbe manifestato il proprio malcontento esclusivamente all’interno dei locali della struttura dei migranti, senza creare problemi di alcun genere rispetto all’ordine pubblico.

La situazione sarebbe poi tornata alla calma una volta effettuato il cambio organizzativo. Nel momento in cui, infatti, sul posto sono stati utilizzati soggetti asiatici, nella funzione di controllori, la protesta sarebbe rientrata senza particolari problemi. Motivo per cui è stato ipotizzato non volessero essere monitorati da loro “pari”. Una volta risolto l’equivoco, la questione è tornata a essere sotto controllo.