Polveriera Pd, è la resa dei conti

BUSTO ARSIZIO - Il flop elettorale di Castiglioni in cerca di un perché. Domani l’assemblea di partito

Polveriera Pd: domani in assemblea la resa dei conti dopo il flop elettorale. La base scalpita: «Era meglio fare le primarie». Ma anche il primo degli eletti Massimo Brugnone chiede al partito di «cambiare passo».

Il rimpianto per le primarie mai realizzate sarà uno dei temi che, nell’assemblea in programma in viale Repubblica, solleverà più di uno, tra gli iscritti. Quelli che già nei mesi scorsi avevano espresso perplessità in sezione a proposito della scelta di tirare dritto con l’operazione che ha portato alla candidatura di Gianluca Castiglioni e all’alleanza con Busto al Centro. Allora si invocavano le primarie di coalizione, insistendo sull’opportunità di elaborare una candidatura di partito (Valerio Mariani) che potesse essere messa in campo con lo strumento di selezione democratica che è

stato utilizzato anche a Varese e Milano, e che probabilmente avrebbe permesso di allargare maggiormente la coalizione. Un’ipotesi che però era stata bocciata a larga maggioranza dal direttivo cittadino, anche se già allora la senatrice bustese Erica D’Adda aveva messo i puntini sulle “i” per far notare come sarebbe stata più opportuna una votazione allargata a tutti gli iscritti. La stessa D’Adda che lunedì mattina, «dopo una nottata in bianco di fronte al tablet» a seguire lo scrutinio, ha fatto partire un commento pepato su Facebook, che ha dato il là ad un’ampia discussione: «Non è che avere capito che si andava nel burrone aiuta, anzi. Però si poteva capire».

Riferimento a quel suo discorso del 30 gennaio scorso in cui esprimeva perplessità di fronte alle scelte delle segreteria cittadina. A bocce ferme, e a freddo, la senatrice non vuole buttarla in polemica: «Non sono una da “io l’avevo detto”. Domani, da buon soldato di partito, dopo aver fatto il mio lavoro in campagna elettorale, verrò in assemblea ad ascoltare la relazione e la successiva discussione, ma non credo che prenderò la parola». E la sua soluzione per il futuro del Pd bustocco è molto semplice: «Rialzare la clère della sezione e rimettersi a lavorare» sostiene Erica D’Adda. Niente resa dei conti dopo il flop? Difficile, se pensiamo che il Pd esce dalle amministrative con le ossa rotte: il 17% dei consensi ottenuti “stona” molto rispetto al 24% di Varese, il ballottaggio è stato mancato per la quinta volta consecutiva (dalle varie accezioni del centrosinistra o centro-sinistra) e persino i quattro consiglieri in opposizione sono meno dei cinque uscenti. Ecco perché il segretario cittadino Salvatore Vita sarebbe pronto a presentarsi dimissionario all’assemblea degli iscritti, convocata per domani mattina nella sede di via Repubblica, proprio allo scopo di analizzare il voto amministrativo di domenica 5 giugno.

Pare però che la maggioranza del direttivo sarebbe orientata a respingere le dimissioni di Vita, chiedendo al segretario di rimanere in sella per guidare la transizione fino al prossimo congresso, dove si aprirà un nuovo ciclo in vista dell’appuntamento del 2021. Basterà per evitare la polveriera? La new entry in consiglio comunale Massimo Brugnone, già segretario dei Giovani Dem, numero uno in termini di preferenze per il Pd, lo ha detto a chiare lettere all’indomani del voto: «Il Pd a Busto Arsizio ha bisogno di cambiare passo – le sue parole in un’intervista a Rete55 – lo conferma il fatto che gli elettori abbiano scelto come primi eletti in assoluto del Pd due giovani alla prima esperienza». Lo stesso Brugnone e Valentina Verga, che insieme a Mariani e Cinzia Berutti si siederanno in consiglio comunale.