«Renzi venga qui a dirci come fare»

Il sindaco Antonelli alza la voce dopo lo schietto faccia a faccia con il prefetto Giorgio Zanzi

Rebus-profughi, adesso il sindaco alza la voce: «Lasciati soli dallo Stato, è uno scandalo. Il premier Renzi venga in via dei Mille e ci dica cosa dobbiamo fare per risolvere il problema».

Ieri mattina Antonelli ha avuto uno schietto faccia a faccia con il prefetto Giorgio Zanzi, alla luce delle proteste di piazza a Busto Arsizio della scorsa settimana, ma soprattutto del fatto che la Cooperativa Kb di Katiusha Balansino e Roberto Garavello, ha rimesso l’incarico della gestione dei migranti di via dei Mille (e di tutti gli altri centri della provincia di Varese), confermando la propria «disponibilità», parole della Balansino, a consegnare le strutture di proprietà in comodato d’uso

gratuito ai Comuni o ad associazioni dagli stessi indicate, «procedendo con l’ordinaria gestione sino al subentro, che sarà tecnicamente agevolato sotto tutti i punti di vista». Ma è un passo indietro che rischia di mandare in tilt il sistema, dato che Kb ha in carico oltre 700 richiedenti asilo, di cui i 179 della palazzina dell’ex Cral Enel di Busto. «Noi sindaci, qui sul territorio, insieme al prefetto, siamo lasciati soli a fronteggiare un’emergenza per la quale non abbiamo né gli strumenti né le risorse – lo sfogo del sindaco di Busto Arsizio – è scandaloso e imbarazzante l’atteggiamento con cui il governo scarica sugli enti locali le proprie scelte scellerate in fatto di politica sull’immigrazione. Troppo comodo demandare l’accoglienza ai territori, senza fare nulla per velocizzare le pratiche di riconoscimento degli status di rifugiati. È lo Stato che dovrebbe farsi carico direttamente della gestione dell’accoglienza, visto che qui non si fa avanti nessuno». Così Antonelli si rivolge idealmente al premier Matteo Renzi: «Vorrei che venisse in via dei Mille a dirci cosa dobbiamo fare per risolvere il problema – spiega il primo cittadino bustocco – visto che è stato sindaco prima di me, potrebbe venire a dirmi “io fossi in lei, farei così”». Impraticabile, perlomeno nell’immediato, l’ipotesi che lo stesso sindaco di Busto Arsizio aveva avanzato, provocatoriamente, all’inizio di agosto, ovvero quella di una gestione diretta dell’accoglienza da parte dell’amministrazione comunale. Sarebbe fattibile se i richiedenti asilo fossero una ventina, ma sono 179. Solo i due euro e 50 al giorno di “pocket money”, a cui hanno diritto gli aspiranti rifugiati, costringerebbero il Comune ad anticipare qualcosa come 80mila euro in sei mesi (il tempo medio con cui lo Stato rimborsa i 35 euro al giorno a persona per la gestione dell’accoglienza). Così Busto si trova di fronte ad un rebus di difficile soluzione. Oltretutto, c’è da affrontare la spinosa questione del rilascio delle carte d’identità, per verificare la quale Antonelli era riuscito a strappare sette giorni di tregua ai richiedenti asilo di via dei Mille. Anche qui, i problemi sarebbero burocratici, legati alle lentezze con cui le autorità, a corto di personale, fanno fatica a smaltire le pratiche.