Trafficavano donne nigeriane per prostituzione. Diciotto indagati

Maxi operazione - La Polizia ha concluso l’indagine sul giro di Madame Happy. Nei guai anche nove italiani

– Si è conclusa nelle ultime ore un’importante attività di indagine svolta dagli investigatori della Polizia di Stato del Commissariato di Busto Arsizio con la Procura della Repubblica, in particolare con il Pm Francesca Parola, sul fenomeno criminale noto come “trafficking”, ovvero il trasporto illegale di esseri umani da un paese all’altro finalizzato al loro sfruttamento. In questo caso specifico si tratta di donne condotte dalla Nigeria in Italia per essere avviate alla prostituzione.

L’indagine ha preso il via sul finire del 2014 da alcuni servizi di controllo del territorio effettuati nella zona del Sempione, strada a cavallo tra Busto Arsizio e Gallarate, frequentata da prostitute di origini africane. Le indagini hanno presto condotto a individuare in un appartamento di via Rimini a Busto Arsizio una sorta di “alloggio collettivo” nel quale trovavano riparo ragazze nigeriane che si prostituivano lungo il Sempione.

I poliziotti hanno appurato che il giro era gestito principalmente dalla “madame” J.I., nigeriana di 46 anni soprannominata “Happy” e domiciliata a Vanzaghello a casa di un italiano.

Con la collaborazione di alcuni familiari “Happy” reclutava ragazze in Nigeria promettendo loro un lavoro regolare e facili guadagni in Italia: ne organizzava l’ingresso illegale nel nostro Paese fornendo loro anche documenti falsi per affrontare il viaggio in aereo. Individuava l’alloggio e i luoghi in cui le ragazze dovevano prostituirsi e le controllava ricorrendo a minacce, violenze e riti magici praticati per suo conto da sciamani.

Il tutto ovviamente in cambio del denaro che le ragazze guadagnavano offrendosi ai clienti in strada e che dovevano versare alla “madame” per risarcire le spese sostenute per il loro ingresso in Italia. A J.I. è stato contestato il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e lo sfruttamento della prostituzione. Dalle indagini è poi emersa la figura di J.O. detta “Shakira”, nigeriana di 27 anni residente a Novara con il coniuge italiano, in contatto con “Happy” e a sua volta sfruttatrice di connazionali, alcune delle quali le venivano “cedute” proprio dalla complice.

A “Shakira”, particolarmente violenta e temuta per la sua familiarità con i riti voodoo, viene contestato lo sfruttamento della prostituzione. Lo stesso reato viene contestato a I.A. detto “Terry”, nigeriano di 32 anni domiciliato a Magnago, che accoglieva le prostitute nella sua abitazione, le spingeva a “battere” la strada e a prostituirsi anche in casa e in sua presenza, le controllava e le sollecitava a realizzare guadagni dei quali poi si impossessava. Gli indagati sono complessivamente 18, tra i quali 9 italiani, 6 nigeriani, 1 togolese, 1 ghanese e 1 liberiano; per gli altri si ipotizza il favoreggiamento della prostituzione.