Il mistero della “Mario Sonzini”

La presentazione del volume che ricostruisce la vicenda si svolgerà a Gallarate, sabato 27 maggio

Di un affascinante mistero della storia della marineria italiana della seconda guerra mondiale si parlerà sabato 27 maggio, alle ore 17, presso la Sede Associazioni a Gallarate in occasione della presentazione del volume “Nel Dodecaneso con la Regia Nave Mario Sonzini”, Macchione, di Roberto Azzalin. Era il 7 ottobre 1943: alle ore 6.30, a Nord di Astypalea nel Mare Egeo, veniva affondata, dalla Royal Navy, la ex Regia Cannoniera dragamine, “Mario Sonzini”, requisita dai tedeschi nel settembre precedente e ribattezzata con la sigla “UJ.2111”. A fare luce su una vicenda intricata e misteriosa è Roberto Azzalin che dedica l’opera di documentazione storica, con profondo affetto, a suo nonno, Luigi Tardonato, “capitano coraggioso”, allora allievo fochista sulla nave.

«Credo sia improbabile poter credere che mio nonno Luigi – spiega l’autore Azzalin – venne a conoscenza che l’incredibile vicenda di quel bastimento, battente non più il tricolore con lo stemma sabaudo bensì la croce uncinata, si concluse tragicamente quel giorno, sotto i colpi dell’artiglieria della Royal Navy. Della Regia Nave Mario Sonzini egli non me ne parlo mai: ma il silenzio non giova, bisogna raccontare».

E il racconto che ne fa Azzalin è serio e fortemente documentato, a fianco di una scrupolosa bibliografia un ricco repertorio di immagini e documenti che intrecciano la storia prima e durante la seconda guerra mondiale con la storia personale di Luigi Tardonato, di cui si può riconoscere il volto a bordo della “Mario Sonzini” che già cambiò il suo nome in “Tramaglio” nel 1943, prima di finire nelle mani dei tedeschi. Di Luigi Tardonato, il nipote Azzalin ricorda l’impegno

e l’asprezza del lavoro a bordo: «durissima era la vita per i fochisti e per i macchinisti che passavano gran parte del tempo nelle anguste sale motori e nelle caldaie a temperature insopportabili ed in condizione estreme; l’odore acre della nafta in quegli spazi chiusi rendeva l’aria nauseante ed irrespirabile inoltre vi era un caldo opprimente. I nostri giovani marinai riuscivano tuttavia a far fronte a questa vita superando ogni difficoltà, perchè animati evidentemente da un encomiabile spirito di sacrificio e di devozione alla Patria».

All’imbarco del regio dragamine “Mario Sonzini”, che aveva mutato il suo nome dal precedente “Acciuga”, attribuitogli nel ’24, una foto testimonia l’atmosfera di entusiasmo a bordo, tra i marinai al porto militare di La Spezia, quando, proprio il 27 maggio del lontano 1933, la nave salpò alla volta dell’Egeo. Allora Luigi Tardonato, ricorda Roberto Azzalin «era un ragazzo di vent’anni animato da un grande spirito di avventura e di desiderio ardente di navigare i mari e gli oceani del mondo».