Logan – The Wolverine è una storia d’amore, un road movie, un viaggio verso la libertà

Il terzo spin-off ambientato nel 2029 non tradisce le aspettative: azione e scene violente si uniscono ad una storia d’amore

Un corpo vecchio per un film nuovissimo. Logan – The Wolverine, terzo spin-off sul più graffiante degli X-men, il secondo diretto da James Manigold, liberamente tratto da Vecchio Logan, Marvel Comics firmato da Frank Miller e Steve McNiven, è ambientato in un apocalittico 2029. Si tratta di un film intimista, dove del supereroe in calzamaglia è rimasto poco o nulla, se si eccettua una vecchia collezione di fumetti, finalmente in scena. Logan è un film violento,

ma di una violenza perfettamente sensata, giustificata, mai superficiale. Logan è una storia d’amore, proprio là dove il cast dei campioni protagonisti è ridotto all’osso hanno modo di emergere i legami familiari, gli affetti puri, le dinamiche primitive che regolano i rapporti tra gli uomini. Logan è un road movie e un viaggio verso la libertà, una traversata dal Messico al Canada, perché solo oltre i confini degli Stati Uniti si potrà essere al sicuro. Hugh Jackman nei panni di Wolverine si presenta invecchiato, con un corpo malato, avvelenato dall’interno, una tigre ferita mortalmente con l’animo pronto ad emettere l’ultimo ruggito.

Patrick Stewart è un novantenne Professor X forse più potente e al contempo più fragile che mai, Dafne Keen è invece Laura, giovanissima speranza, la vita che si dibatte furiosa contro le spire della morte. Logan – The Wolverine è un film che avvince e convince, senza forse soddisfare fino in fondo i fan più puristi perché al centro non c’è l’azione ma il dramma, l’uomo anziché il supereroe, gli sguardi al posto delle parole. Se proprio si deve trovare un difetto a quello che senza dubbio è uno dei più bei film di supereroi di sempre e si candida a passare alla storia come l’anti-Deadpool, si potrebbe accennare al fatto che i cattivi non sono un granché: piatti e in qualche modo collaterali al dramma che Logan vive tutto dentro di sé e sulla sua pelle.