Lo sfogo del paralimpico: «Un’odissea andare al lavoro»

Le difficoltà quotidiane del campione disabile Fabrizio Sottile nel tragitto verso Busto Arsizio

La città può diventare davvero una “giungla”, soprattutto per chi ha delle difficoltà. Un luogo alieno e per certi versi inaccessibile. Può esserlo per un cosiddetto “normodotato”, figuriamoci per chi ha dei problemi di natura visiva. Anche se stiamo parlando di un campione.

Il fuoriclasse in questione è il nuotatore samaratese , un paio di Giochi Paralimpici alle spalle e una serie di medaglie internazionali al collo. Un campione con una importante disabilità visiva. Sottile si è sfogato su Facebook attraverso un post molto preciso rispetto alle difficoltà che ogni giorno è costretto ad affrontare per svolgere una delle attività apparentemente più banali: raggiungere il posto di lavoro a Busto Arsizio.

In realtà lo scenario descritto è zeppo di difficoltà per via di una serie di problematiche che caratterizzano il suo tragitto: «Io abito a Samarate – ha scritto il nuotatore – e devo andare a lavorare a Busto Arsizio. L’unico modo per farlo sono 20 minuti di strada a piedi attraversando alcune strade provinciali trafficate e senza semafori nell’ora di punta per andare alla fermata dell’autobus che ti porta solo a Gallarate, dove prendo il treno per raggiungere Busto Arsizio. Non sto a spiegarvi i vari ritardi delle ferrovie o degli autobus che sicuramente conoscete ma vi assicuro che a volte sono veramente snervanti soprattutto per chi non può perdere tempo perché deve lavorare».

La situazione non migliora neppure più avanti: «Una volta raggiunto Busto Arsizio devo andare a piedi verso il luogo di lavoro attraversando sempre strade non adatte a causa di buche o barriere architettoniche. Tutto questo movimento e spostamento, impiego solitamente da un’ora a un’ora e mezza di tempo quando invece in macchina ci vorrebbero 10 minuti e questa sarebbe l’efficienza dei mezzi a disposizione per noi. Al ritorno ho dovuto effettuare lo stesso discorso dell’andata tranne per il fatto che il pullman l’ho

dovuto aspettare ben 95 minuti tutto questo per aver fatto soltanto un’ora di lavoro a causa del fatto che non trovo nient’altro di meglio al momento ma si sa, bisogna lavorare». «Certo che se quei 5 euro che guadagno in un’ora li devo spendere per chiamare un taxi (che magari costasse solo 5 euro)… Al momento non ho alternative e pur avendo 24 anni e 2 Paralimpiadi alle spalle con medaglie internazionali devo fare uscire i miei genitori dal lavoro per farmi venire a prendere e portare a casa o al lavoro. Grazie Italia».