Va a incatenarsi al Quirinale per salvare i tigli di Samarate

La protesta - Angela Greco è partita ieri per Roma: «Aiutatemi a difendere gli alberi»

SAMARATE – Ha preso il treno per Roma ieri mattina con la chiara intenzione di incatenarsi di fronte al Quirinale per sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto alla vicenda dei tigli di Samarate.
Sui tigli da tempo aleggia il pericolo del taglio e da tempo sta montando una polemica forte in città con il comitato cittadino che in ogni modo sta tentando di salvare gli alberi dal taglio programmato per dare spazio al nuovo marciapiede in via XXII Marzo.


Così, alzando il livello della protesta, la samaratese, 60 anni, ha deciso di andare a Roma, “armata” di cartello per dare voce alle rimostranze delle persone che stanno portando avanti le iniziative di sensibilizzazione. Un cartello che la dice lunga sulle sue intenzioni: «Aiutatemi ad avere giustizia – si legge nel messaggio – il Comune di Samarate vuole tagliare un filare di 17 splendidi tigli dedicati ai nostri eroi caduti in guerra che sono la nostra memoria storica. Abbiamo raccolto 1500 firme. Ma è tutto inutile. Aiutatemi a difenderle». Firmato Angela Greco.

La combattiva cittadina di Samarate non si è arresa di fronte all’idea che gli alberi di via XXII Marzo possano essere tagliati. Una circostanza che continua a essere concreta. Già da qualche giorno la donna aveva annunciato ai colleghi del comitato quali fossero le sue intenzioni: non tutti erano d’accordo con questa iniziativa, ma alla fine Angela Greco è stata irremovibile, tanto che ieri mattina si è imbarcata sul treno, spinta dall’amore verso gli storici tigli sui quali incombe la spada di Damocle. Sulla vicenda è intervenuto anche il rappresentante di Legambiente : «La riflessione è amara – sottolinea l’ambientalista – sulla burocrazia, nel senso etimologico del termine, sul potere delle carte, anche quando sono poco discusse e poco trasparenti, perchè non sono state bene pubblicizzate dal comune. Il taglio degli alberi non è assolutamente un’azione necessaria: la richiesta è che gli alberi restino lì. Da un punto di vista burocratico devono trovare la chiave per salvare gli alberi mettendo d’accordo cittadini, azienda, Comune e le norme di legge. Un accordo bonario nel rispetto della legalità, secondo la normativa vigente. Da un punto di vista operativo non c’è una ragione per massacrare gli alberi, magari inserendo opere di compensazione per le ditte che non le taglierà lì. Si tratta di sedersi attorno a un tavolo e studiare delle alternative che, detto volgarmente, salvino capra e cavoli».