«Danni gravissimi se la diagnosi non è rapida»

Focus Anoressia - Il direttore del dipartimento di salute mentale del Circolo Simone Vender e le conseguenze su fisico e mente

«È un male che provoca danni organici, complicanze mediche osteoporosi, aritmie cardiache, insufficienze renali. Per non parlare del rischio di suicidio, la depressione, dentro un conflitto interno difficile da elaborare. Si guarisce quando c’è l’accettazione da parte della persona che soffre di questi disturbi della diagnosi e la volontà di sottoporsi a un trattamento terapeutico dedicato».
A parlare è , direttore del dipartimento di Salute Mentale dell’Asst Sette Laghi. La diagnosi precoce aumenta le probabilità

di trattamento e guarigione nei più giovani. «Quanto prima si presenta il problema, tanto più è facile intervenire con programmi terapeutici intensi, quotidiani, che coinvolgano anche i genitori».
Come per le altre psicopatologie, anche per i Dca è andata abbassandosi l’età della comparsa. Se da una parte, gli studi confermano che diagnosi e intervento precoci possono migliorare gli esiti, dall’altra sempre più specialisti sono chiamati a riconoscere e interagire con questi giovani pazienti. L’anoressia, ovvero il rifiuto del cibo al punto da portare a un dimagrimento eccessivo, genera nei giovani che ne soffrono un’intensa paura di ingrassare e un’alterazione nel modo di percepire il corpo. Questo disturbo del comportamento alimentare è il più frequente in età evolutiva (0-18 anni) e colpisce tra lo 0,2 e l’1% dei giovani.
L’anoressia nervosa fa paura perché è il disturbo psichiatrico a più alta mortalità, soprattutto quando colpisce in età adulta.
Secondo i dati, negli ultimi anni l’età di insorgenza dell’anoressia nervosa, indicata tra i 15-19 anni, si è abbassata molto. Perché? La pubertà è sempre più precoce: il primo ciclo per le ragazze arriva presto e sono proprio loro ad essere le più colpite. Inoltre c’è l’esposizione a modelli culturali in cui la magrezza è mitizzata ed è collegata all’ideale di bellezza. La bulimia è un cancro spesso più grave dell’anoressia, più visibile e quindi più facilmente trattabile. La bulimia è difficilissima da trattare, ma lo si può fare con psicoterapie adeguate che implichino anche la presenza della famiglia.