Spezzare il vizio: l’effetto fumo ci manda in tilt. Il nostro corpo rischia grosso

Riflettiamoci su - È causa di tumori, malattie delle coronarie, broncopneumopatie e pressione alta

Analogiche o elettroniche, per – pneumologo ed ex direttore dell’unità operativa di Pneumologia dell’ospedale di Circolo – se contengono nicotina l’effetto è identico. Riuniti a Varese, nel weekend del 19 e 20 aprile per il convegno nazionale “Insubria Pneumologia”, gli esperti faranno il punto sulle malattie respiratorie.
E Colombo lancia già l’allarme sul numero di fumatori, perché sono ancora troppi quei 10,6 milioni di italiani che dipendono dalla sigaretta. Con la conseguenza che la Bpco, la broncopneumopatia cronica ostruttiva, è divenuta la terza causa di morte al mondo, dopo tumori e infarto.

La malattia che toglie il respiro, causata da danni cronici agli alveoli polmonari – di cui il cocktail fumo e smog è il maggior responsabile – colpisce un italiano su dieci e 3-4 fumatori raggiungeranno nella propria vita la malattia conclamata.
«Quando viene fatta la diagnosi di broncopneumopatia cronica ostruttiva la discesa è irreversibile, il rischio è l’insufficienza respiratoria – spiega Colombo – Se si arriva al gradino finale, quindi a registrare una carenza di ossigeno nel sangue a causa degli accumuli di anidride carbonica,

allora può diventare necessaria l’ossigenoterapia o la ventilazione per liberare il sangue dagli accumuli di Co2. Smettere di fumare nei soggetti affetti da bronchite cronica è fondamentale se si vuole arrestare l’evoluzione della malattia. Inoltre,gli asmatici non dovrebbero mai fumare». Inoltre, il fumo può causare tumori. Al polmone, naturalmente. Ma non solo. Secondo le stime dell’Organizzazione della sanità, il 90%-95% dei tumori polmonari è dovuto al fumo di tabacco.
«Purtroppo il tumore al polmone, oggi, non lascia scampo: l’80% delle persone affette da tumore ai polmoni muore a cinque anni dalla diagnosi. L’unica forma di salvezza è quella di individuare la forma tumorale a uno stadio precoce: in questo caso, l’intervento chirurgico potrebbe essere risolutivo».

In Italia, il ministero del Lavoro, della salute e delle politiche sociali riporta che il fumo è responsabile del 91% di tutte le morti per cancro al polmone negli uomini e del 55% nelle donne, per un totale di circa 30mila morti all’anno.
Organi e apparati più a rischio, oltre al polmone, sono vescica, sangue (leucemia mieloide acuta), colon e retto, esofago, rene e uretere, laringe, fegato, orofaringe (cioè parti della gola, della lingua, del palato molle e delle tonsille), pancreas, stomaco, trachea e bronchi.

Il fumo è una delle maggiori cause di malattia delle coronarie e di altri distretti vascolari. E sembrerebbe essere il più pericoloso tra i fattori di rischio: «Complessivamente, infatti, l’incidenza di malattie dell’apparato cardiovascolare nei fumatori è superiore al 70% rispetto ai non fumatori – continua Colombo – Nei forti fumatori (due pacchetti o più al giorno) la mortalità sale addirittura al 200%-300% rispetto ai non fumatori».
Tutta colpa della nicotina contenuta nel fumo, che aumenta la pressione sanguigna e il battito cardiaco, provoca la costrizione dei vasi delle braccia e delle gambe e causa la formazione di coaguli o trombi che ostruiscono i vasi sanguigni. Di conseguenza, i fumatori hanno più probabilità di soffrire, tra l’altro, di infarto (principale causa di morte negli Usa) e aneurisma dell’aorta.
«Uno dei problemi è che si investe poco sulla prevenzione primaria – precisa Colombo – e cioè quella di non indurre i giovani a iniziare a fumare. Invece, si investe di più sulla prevenzione secondaria: convincere quelli che hanno iniziato a fumare a cessare. Di solito la scelta di smettere di fumare è dettata da motivazioni personali. Inoltre, la dipendenza da nicotina non viene riconosciuta come una vera e propria dipendenza, ma viene considerata un vizio».