Via errori e brutti ricordi. La chirurgia rimedia ai guai. Ecco come e a quale prezzo

«L’amarezza di una scarsa qualità rimane per lungo tempo, dopo che il piacere di un prezzo basso è stato dimenticato»: a dirlo era Benjamin Franklin. Ed è vero. Talvolta, per risparmiare qualche soldino, c’è chi si affida a tatuatori improvvisati o emergenti, con risultati non proprio esaltanti.Altre volte si sceglie di incidere di incidere un nome che, magari, con il tempo diventa solo un ricordo doloroso. Niente paura: il tatuaggio oggi non è più un segno indelebile sulla pelle. La scienza soccorre coloro che vogliano rimuovere un tatuaggio.Tra l’altro, malgrado il tattoo sia permanente per definizione, con il tempo il disegno sbiadisce e richiede un restauro per ravvivare i colori (il bianco e il giallo sono i primi a scomparire). E anche qui c’è la soluzione.

Mediamente, un chirurgo estetico di Varese, ogni anno, tratta circa una cinquantina di “pentiti del tatuaggio”. E le richieste provengono da persone molto giovani, più spesso maschi. Nella top-list dei soggetti di cui sbarazzarsi ci sono i nomi delle ex-fidanzate e disegni macabri (primo fra tutti il teschio). La maggior parte delle richieste, però, proviene da persone costrette a cancellare i tatuaggi perché incompatibili con la professione (vigili del fuoco o Forze dell’ordine). «La richiesta di rimuovere i tatuaggi è

aumentata insieme alle persone che hanno un tattoo», conferma , specialista in chirurgia plastica e ricostruttiva, che ha lo studio in via Veratti a Varese e a Milano. «I laser americani riescono a togliere un tatuaggio in un numero di sedute che va da 5 a 15. Negli studi di tatuaggi vengono usati 700 tipi di colore: tutti possono essere rimossi, ma qualcuno richiede un numero maggiore di sedute L’intervento va ripetuto ogni 25 giorni. È un trattamento doloroso più o meno quanto realizzare il tatuaggio stesso».

Il colore più difficile da annientare è il nero. Ogni seduta può costare fino a 400 euro. «Di solito, per ottenere un risultato ottimale, servono 6 o 7 sedute. Molto dipende anche dalle dimensioni del tatuaggio. Viene svolta una seduta al mese. Il paziente, poi, deve seguire un trattamento che prevede l’applicazione di una pomata antibiotica per 7/8 giorni. Il laser sostanzialmente compie delle ustioni mirate. Terminato il trattamento con pomata antibiotica, si passa all’applicazione di creme idratanti». «Chi ha la pelle olivastra, mulatta o nera o comunque di colore più scuro del tatuaggio da rimuovere corre un forte rischio di alterare la pigmentazione» continua Orlandi. Attenzione invece a terapie farmacologiche o con farmaci foto sensibilizzanti.

Chi vuole rimuovere un tattoo non deve affidarsi alla prima persona che capita, ma cercare un chirurgo specializzato. Un laser utilizzato in modo improprio può lasciare sul corpo cicatrici ancora più vistose del tattoo che si voleva cancellare. «È importante che vengano utilizzati laser altamente qualificati e la differenza non la fa tanto la tipologia di laser, ma la marca: come in tutte le cose, esistono marche più o meno efficienti e quindi con maggiore resa. Meglio orientarsi sulle marche americane».