Adesso basta! «I violenti ora abbiano paura»

Presentato ieri a Varese un nuovo modello di contrasto alla violenza contro le donne. La nostra città farà scuola. L’assessore Francesca Brianza: «Esporteremo la nostra realtà in tutta Italia»

«Sono i violenti a dover avere paura. Non più le donne e i minori vittime di abusi».

, assessore regionale alle Pari Opportunità e alle Fragilità Sociali pronuncia la frase stringendo la mano del procuratore di Varese al termine della presentazione avvenuta ieri a Varese di un nuovo “modulo” di contrasto a questo genere di reati e sostegno alle vittime. «Questo modello viene attuato per la prima volta in Lombardia – ha commentato Brianza – è una sperimentazione che vorremmo poter “esportare” in altre realtà del nostro territorio». E Varese farà scuola in Lombardia al fianco dei soggetti più

deboli. Due le parole chiave per battere violenze e abusi: formazione e confronto tra tutti i soggetti che operano al fianco delle vittime. «Una rete completa che interagisca insieme in modo da arrivare ad un processo penale “perfetto”, che ristabilisca la verità dei fatti e garantisca giustizia alla vittima», ha detto Borgonovo. Brianza ha sottolineato che l’attuazione “molto rapida e molto concreta di questo nuovo metodo si deve all’incredibile slancio della procura varesina». E ha aggiunto Regione Lombardia ha già attivato «18 linee antiviolenza – ha detto Brianza – investendo moltissimo nella formazione dei soggetti chiamati ad intervenire in questi casi. Corsi speciali che ci hanno permesso di formare in un triennio 600 avvocati in tutto il territorio regionale, preparati in modo specifico a patrocinare questi casi, e iscritti nello speciale Albo professionale istituito dall’ente». A Varese il discorso si amplia: «il confronto dovrà coinvolgere tutti i soggetti che concorrono in queste situazioni – ha detto Borgonovo – le forze di polizia tutte, che saranno formate sul come parlare alle vittime, cosa chiedere, come raccogliere le prove. I consulenti, psicologi e psicoterapeuti, chiamati in sede di processo penale. Saranno i professionisti formati ad essere chiamati come consulenti in sede processuale. Abbiamo avuto decine di richieste di ammissione ai corsi, curriculum eccezionali. Professionisti del nostro territorio, eccellenze varesine che costituiranno un patrimonio conoscendo a fondo questa realtà». E ancora: i Servizi Sociali dei vari Comuni, i medici che operano negli ospedali e nelle strutture di cura, gli insegnanti e le associazioni di volontariato “che sono attivissime a Varese e che mettono a disposizione delle vittime case rifugio” e i centri antiviolenza. “Oggi tutti questi soggetti operano benissimo nel loro segmento di competenza davanti a situazioni di violenza – ha concluso Borgonovo – l’obiettivo è che tutti imparino qual è il passo successivo a quel segmento, che sappiano chi contattare sempre, 24 ore al giorno e qui avremo due pubblici ministeri dedicati esclusivamente a questo genere di reati, potendo valutare con estrema preparazione ogni singolo caso”. Borgonovo conclude: “in questo modo il processo penale potrà essere istruito in modo solidissimo. E’ lì che la vittima attende giustizia, attende che venga ristabilita la verità dei fatti. In tempi rapidi e con estrema efficienza. Non possiamo pensare che una donna, che trova il coraggio di denunciare maltrattamenti e violenze, venga chiamata a testimoniare a processo a quattro anni dalla denuncia. Un processo penale male istruito – conclude il procuratore – è una seconda violenza, un secondo trauma inflitto alla vittima. Questa “macchina operativa”, collega, che lavora tutta insieme deve impedire che questo accada. E che le vittime abbiano tutto il sostegno necessario».