Benzina in Svizzera? Adesso non più. Il caro-franco ha abbattuto un mito

Fine di un’epoca - Sempre più distributori oltreconfine in crisi: i varesini danno forfait

– Tramonta il mito del pieno oltreconfine: fare benzina in Svizzera non conviene più. È la fine di una forma di “turismo” che per decenni ha portato milioni di automobilisti italiani, ma anche tedeschi e austriaci, a raggiungere la Confederazione Elvetica a caccia di un distributore. E il mercato svizzero è in crisi: tantissimi distributori stanno chiudendo.
La situazione meno pesante per ora è stata registrata in Ticino: la crisi sta mordendo anche lì.

A sottolineare quanto stia accadendo da oltre un anno è stata la Tv Svizzera che alla crisi del settore ha dedicato un ampio servizio lunedì. Negli anni scorsi la Svizzera era meta del turismo del pieno di carburante, specie della benzina.
Oggi la situazione è diversa e i vicini, francesi, tedeschi, italiani e austriaci evitano le stazioni di servizio elvetiche. Il colpo decisivo è stato inferto 14 mesi fa dall’abolizione del cambio minimo di 1,20 con l’euro. Nel 2008 gli stranieri hanno acquistato quasi mezzo miliardo di litri di benzina attraverso mirati pellegrinaggi oltre confine. Nel 2015 sono stati venduti pochi milioni di litri ad acquirenti stranieri. Anche agli svizzeri conviene oramai fare il pieno all’estero, se abitano non lontano dal confine.

Specialmente il diesel costa molto meno, in particolare in Austria e Francia. In Ticino la situazione è un po’ meno grave per le stazioni di servizio, almeno per la senza piombo, ma i tempi d’oro sembrano tramontati.
Negli anni della corsa al carburante elevetico sono infatti “sorti” lungo i vari confini di Stato un numero di distributori spropositato se commisurato alla sola richiesta interna. Ora con il franco parificato all’euro il surplus, in assenza della domanda che arrivava dall’estero, emerge in tutta la sua gravità e sono centinaia i posti di lavoro a rischio.
Numerosi sono i distributori che hanno chiuso. Di più: fare il pieno in Svizzera non conviene più nemmeno agli svizzeri stessi, tanto che in molti vengono in Italia per fare rifornimento.
Quasi un paradosso, quasi un contrappasso dopo anni passati ad osservare un fenomeno che pareva immutabile nel tempo. E questo nonostante gli amministratori italiani non agevolino affatto questa inversione di tendenza approfittando del franco parificato per risparmiare sugli sconti regionali per chi risiede nelle zone di confine. Non servono più; non c’è più bisogno di trovare un modo per mantenere il consumo di carburante italiano in Italia.
Dal 23 gennaio, infatti, proprio a seguito delle variazioni sul cambio, gli sconti offerti dalla Regione Lombardia a quanti vivono lungo il confine con la Svizzera, sono diminuiti da 33 a 15 centesimi per litro.
Nonostante questo, la benzina in Italia rimane ancora più conveniente rispetto a quella elvetica.

Cresce la disillusione e l’insoddisfazione dei frontalieri, che vedono crollare benefici e certezze che per lungo tempo si davano per acquisite, ormai scontate. La Svizzera non è più quel paradiso, fiscale ed economico, che l’aveva trasformata in un vero Eldorado per centinaia di migliaia di italiani.
Di questo passo la fortuna dei frontalieri rischia di scomparire. Ad un salario più ghiotto rischia di contrapporsi la seria possibilità dei licenziamenti in massa.
Sul fronte carburante lo stesso fenomeno è stato registrato in Germania e in Austria. Non ci sono più le lunghe code al confine di chi andava a fare il pieno. Oggi, a voler ben guardare, la nuova frontiera del risparmio è rappresentata dall’Austria. La tassazione che il governo austriaco impone sul carburante è infinitamente inferiore a quella che impone, ad esempio, il nostro Governo. L’Austria conviene più di Germania, Italia, Francia e, a questo punto, anche Svizzera.
È stato questo fattore che ha fatto sì che la crisi dei distributori elvetici avesse inizio proprio nei cantoni più “frequentati” da tedeschi e austriaci a caccia di benzina a prezzi convenienti.
Se tra Ticino e Italia il rapporto è tutto sommato paritario, o quanto meno la convenienza del pieno in Italia non è così smaccata a causa di tasse e accise imposte sul carburante, per l’Austria la possibilità di risparmio è apparsa immediatamente evidente.