«Città smart e per giovani. O diventeremo vecchi»

Verso le urne - Il candidato della Lega Civica incalza: «Non possiamo permetterci di non dare futuro ai ragazzi»

Varese “città del sapere”? La strada sono i giovani: «Bisogna fornire loro nuove opportunità. Un’amministrazione non può permettersi di non dare futuro a chi rappresenta il futuro». In un nuovo appuntamento della sua campagna elettorale rilancia l’idea di Varese come luogo che deve puntare sulle nuove economie per emergere: terziario avanzato e quaternario focus dell’azione amministrativa, creazione di quartieri “smart”, collaborazione con l’università e agevolazioni per le start up sono i modi per riuscire nell’intento. Il candidato sindaco della Lega Civica parte da un’esperienza

familiare: «Mia figlia, appena laureata in sound design, andrà a lavorare a Milano e così fanno il 95% dei suoi coetanei. Varese non ha mai dato loro un’alternativa: bisogna cambiare andazzo, altrimenti diventeremo una delle città più vecchie d’Italia». Come cambiare? Parola al capolista : «I giovani hanno le idee, noi dobbiamo dar loro fiato. In primis negli spazi, prendendo esempio da ciò che succede in Spagna: libertà dagli oneri comunali a chi ristruttura immobili sotto utilizzati del Comune. Secondo gli aiuti: la burocrazia comunale deve permettere alle start-up di navigare nel contesto delle norme per accedere ai contributi europei. Che ci sono e sono tanti, sia per la collettività che per il singolo».

Terzo cardine è la libertà di espressione: «A Varese, per esempio, manca un auditorium: ciò toglie ai ragazzi la possibilità di coltivare le nuove forme d’arte. Indispensabile diventa anche il rapporto con l’Università dell’Insubria: solo con il suo aiuto si cresce». Malerba rincara: «Se non riportiamo la ricchezza sul territorio, Varese non ripartirà mai davvero. Come farlo? Trovando una vocazione come città del sapere, collaborando con l’università, aiutando le start-up con i mezzi a disposizione del Comune. Penso sia davvero necessario puntare l’attenzione sul patrimonio immobiliare di Palazzo Estense che giace in disuso: si tratta di stabili fermi, che non servono e non rendono un euro. Facciamo in modo allora che possano essere utilizzati dai nostri giovani». Un modello da seguire potrebbe essere quello di Amsterdam: «La capitale olandese – conclude il candidato sindaco – ha creato un intero quartiere seguendo la filosofia “smart city” (ovvero quelle strategie di pianificazione urbanistica che tendono all’impiego diffuso di nuove tecnologie della comunicazione, della mobilità, dell’ambiente e dell’efficienza energetica ndr)». «Ciò ha portato in quel luogo nuovi giovani, nuovi investimenti e dunque nuova ricchezza. Perché un’amministrazione che agisce in questo modo può portare conseguenze positive su tutta la città: se Varese recuperasse la sua attrattività ne risentirebbe positivamente anche il settore ricettivo, ovvero alberghi e ristoranti».