«Come Pavarotti nessuno mai»

Il ricordo - Alessandro Cadario a 9 anni dalla scomparsa del più grande tenore italiano

– Era il 6 settembre del 2007, quando il grande tenore Luciano Pavarotti si spense all’età di 71 anni, lasciando dietro di sé un’eredità musicale immensa, difficilmente eguagliabile.
A pochi mesi dalla sua scomparsa, anche Varese allora celebrò il Tenore con un concerto a dicembre, “Christmas for Pavarotti” al teatro Apollonio: sul palco due suoi allievi, il soprano Tullia Mancinelli ed il tenore Mauro Bonfanti, con il direttore d’orchestra Alessandro Cadario, presentati da Andrea Chiodi e Martina Tranchida,

con l’intervento della ballerina Anna Boerchi.
Ed è proprio il direttore d’orchestra e compositore varesino, Cadario, fresco di nomina a direttore principale dell’orchestra della 72esima edizione dei Pomeriggi musicali del teatro dal Verme e impegnato proprio in questi giorni nella direzione dei concerti di Mito – la decima edizione del festival MITO SettembreMusica, a Milano giovedì 8 e a Torino venerdì 9 – a ricordarci di quell’omaggio varesino al grande Luciano.
«Purtroppo non ho avuto il privilegio di lavorare con Luciano Pavarotti, ma solo la fortuna di assistere ai suoi concerti, molti anni fa – rivela Cadario – È stato un tenore davvero straordinario, ma non solo: è stato l’artista, l’uomo di teatro, ha avuto senz’altro il grande merito di saper avvicinare moltissimi alla musica lirica. Pavarotti è stato un raro, forse l’unico, esempio di musicista in grado di rendere molto popolare la musica classica, senza svilirla, semplificarla, renderla banale. Pavarotti è stato grande anche in questo».
Pavarotti è spesso ricordato come uno dei “Tre Tenori” al fianco di José Carreras e di Placido Domingo, fatto che ha consolidato la sua popolarità, tanto da essere considerato uno dei più grandi tenori italiani di tutti i tempi. Continua Cadario: «Ho avuto recentemente il privilegio di lavorare con Domingo su “Mozart in the jungle” – una serie tv americana di Amazon, giunta alla sua terza stagione – e posso dire che Domingo non solo è un tenore eccezionale, ma anche una persona di grandissimo carisma, cosa che si riconosce già dal suo modo di parlare e di stare in scena».
«Amavo il suo meraviglioso sense of humor e in diverse occasioni nei nostri concerti con Josè Carreras – aveva dichiarato allora Domingo, alla scomparsa di Pavarotti – dimenticavamo che stavamo esibendoci davanti a un pubblico pagante, perché ci divertivamo troppo tra di noi».
Se immensa è l’eredità musicale trasmessa dal Big Luciano, altrettanto numerosi sono i suoi allievi, alcuni dei quali anche il Maestro Cadario ha avuto occasione di conoscere nel suo lavoro: «Proprio quest’anno per l’Opera on Ice ci saranno gli allievi della Fondazione Pavarotti, che si occupa di mantenere viva la memoria del Tenore e della formazione di giovani che si affacciano al canto lirico, secondo l’esempio di Pavarotti, che, come molti sanno, già prima di intraprendere la sua gloriosa carriera musicale, era stato maestro elementare e nella sua vita ha saputo davvero coltivare i talenti».