Disagi per i cittadini ma anche per i postini «Spesso devono lavorare quasi il doppio»

Santacroce, di SLP-CISL, sottolinea di «aver visto portalettere anziani, quelli con più esperienza, davvero in seria difficoltà»

Al di là dei piani aziendali e delle previsioni di bilancio, di questi tempi, sono certamente i cittadini, che accusano gravi disagi e veri e propri danni, ma anche gli stessi portalettere.
Il segretario provinciale di SLP-CISL parla di organici non a posto, per diverse ragioni. «Per quanto pochi giorni fa l’Azienda abbia deliberato per un’assunzione a scaglioni di personale a tempo determinato, questo non è sufficiente a coprire quelle zone del Varesotto in cui la carenza di personale è cronica – spiega il segretario Antonio Santacroce – Con il nuovo piano di revisione aziendale un postino deve coprire quasi il doppio della zona rispetto a prima e quindi anche i carichi sono aumentati. In queste settimane ho visto portalettere anziani, gente esperta del mestiere, in seria difficoltà».

Di carenza di personale parla anche UIL Poste Varese, i cui conti a livello regionale indicherebbero una riduzione dell’organico intorno al 37-38%. In effetti Poste Italiane ha avviato già diversi anni fa un piano di esodi incentivato per i dipendenti con più anni di servizio, che possono richiedere un prepensionamento. Inoltre, come specificato nell’accordo sindacale del 25 settembre 2015, «l’Azienda valuterà con particolare favore le richieste di trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale». Per i giovani si è invece aperta la possibilità di una riqualificazione professionale che consente di passare dal recapito agli sportelli.

A fronte di queste lamentate carenze di organico riguardo la distribuzione della corrispondenza, cosa succede in caso di malattie, infortuni o ferie dei portalettere? «Premesso che tali situazioni sono notevolmente aumentate – rispondono da UIL – con persone costrette a riposo per fratture, ma anche per esaurimenti nervosi, tocca organizzarsi. Le zone del recapito sono divise in “areole”, una per portalettere. Quando manca un collega la sua zona viene suddivisa in parti uguali e ridistribuite tra gli altri postini che, quindi lavorano “un pezzetto” in più ogni giorno. In caso di ferie, invece, l’Azienda dovrebbe prevedere delle sostituzioni con personale a tempo determinato, assunto a livello regionale, ma la verità è che questi “postini a tre mesi” sono sempre troppo pochi e non si riesce a coprire il fabbisogno reale del territorio».