«Due anni di attesa per poter fare un esame». Il calvario di una paziente al Circolo di Varese

La donna dovrebbe effettuare un’ecografia al seno ogni anno. Ma questo non sembra sia possibile

Quasi due anni d’attesa per un’ecografia al seno: è il calvario al quale si trova di fronte una paziente che deve effettuare l’esame ogni anno per motivi di controllo. Un’attesa che le rende dunque impossibile poter effettuare l’esame nell’ospedale pubblico della propria città e che lascia aperte come soluzioni o quello di recarsi in una struttura convenzionata, oppure di recarsi in un altro ospedale della provincia. A Gallarate, per fare un esempio, l’attesa prospettata sarebbe stata poco meno di due mesi, così come a Luino o a Saronno.

«Tutti gli anni devo effettuare un’ecografia perché ho una familiarità molto alta per il carcinoma al seno, visto che mia madre è stata operata prima dei 40 anni per una forma tumorale molto aggressiva; non sono mai riuscita a prenotare un’ecografia all’ospedale di Circolo di Varese. Il mese scorso ho chiamato prima il numero verde della Regione e poi sono andata per prenotare, ma la prima disponibilità prospettata il mese scorso, era a settembre 2018, quindi quasi due anni d’attesa. Chiamando il numero regionale della sanità mi hanno confermato che l’attesa a Varese è quella, a meno che qualcuno non disdica». Alla richiesta di maggiori informazioni in Regione hanno ipotizzato dei motivi amministrativi perché le macchine sono in funzione come negli altri ospedali.

«Sembra quasi vogliano costringere il paziente a recarsi in una struttura convenzionata», continua a spiegare: «Io pago la sanità già come contribuente, e poi il ticket, che va versato sia in ospedale sia nelle strutture convenzionate, senza contare il fatto che a queste ultime la Regione Lombardia darà i rimborsi; questo accade solo per l’ecografia, perché mi è capitato di fare altri esami, come la risonanza magnetica, che mi è stata fissata in due settimane e non riesco a capire perché».

Una toppa al problema dei ritardi negli esami, comune a tutta la Lombardia, potrebbe arrivare dalla Regione. I cittadini hanno diritto di accedere alle prestazioni in regime libero professionale grazie a una norma in vigore a livello nazionale dal 1998 che nessuno ha mai rispettato. «D’ora in avanti» ha sottolineato l’assessore lombardo Giulio Gallera, «il paziente, nel caso in cui l’ospedale nel quale si reca non riesca a prenotargli la visita nei tempi stabiliti per legge, non dovrà più rivolgersi agli uffici di relazione con il pubblico dell’Ats come avvenuto finora, ma sarà l’ospedale stesso a verificare la disponibilità presso altri posti all’interno dell’Ats».

Per ciò che riguarda Varese qualche risposta potrà arrivare dal tour degli ospedali della provincia organizzato dal consigliere regionale del Pd Alessandro Alfieri, al fine di capire di persona come stiano le cose ad un anno e mezzo dalla riforma socio-sanitaria varata dalla Regione Lombardia. Su Varese il consigliere ricorda all’ospedale di Circolo «l’annoso problema del pronto soccorso con problemi strutturali che non sono stati risolti».

Mentre la paziente in attesa di un’ecografia conclude ricordando che: «Io devo monitorare la mia situazione di anno in anno e quindi la soluzione ideale sarebbe quella di andare sempre nello stesso posto, in modo che possano avere sotto controllo la mia situazione clinica, senza contare che la qualità dell’ospedale secondo me è e dovrebbe essere superiore».