Entra in aula da stalker. Ne esce assolto, anzi vittima

La sentenza - Le testimonianze dimostrano che ad aggredirlo era la ex, lui si difendeva soltanto

– Accusato di stalking e maltrattamenti in famiglia viene assolto con formula piena: ad aggredirlo era la ex. L’epilogo di una vicenda che ha avuto inizio nel 2013 è arrivato nella mattinata di ieri con la sentenza pronunciata dal giudice di Varese .
Tutto parte da una coppia che scoppia. Lui, 50 anni, lei di qualche anno più giovane, hanno una relazione turbolenta. In particolare, secondo quanto denunciato dalla ex, l’uomo la insultava, la picchiava ed era arrivato in un’occasione

a minacciarla con un coltello. Di qui l’accusa di maltrattamenti in famiglia. Sempre secondo quanto denunciato dalla ex, dopo la fine della relazione il cinquantenne avrebbe iniziato a perseguitarla. Telefonate, pedinamenti, scenate. L’uomo, insomma, molestava in modo ossessivo la ex. Ma il verdetto dell’aula, al termine di un processo che ha visto testimoniare anche alcuni colleghi di lavoro della coppia di varesini (entrambi dipendenti di un supermercato), ha ribaltato completamente la situazione. In base a quanto emerso gli atti persecutori non si sarebbero mai concretizzati. Ancora più bizzarro è lo scenario relativo ai maltrattamenti in famiglia ricostruito secondo le testimonianze: a quanto pare l’allora compagna dell’imputato (costituitasi parte lese nel procedimento) era follemente gelosa del suo uomo. Una gelosia che la donna non riusciva a controllare. Che la portava a vedere rivali ovunque e che la spingeva ad aggredire sia verbalmente ma anche fisicamente il compagno. Insomma la prima a insultare e a menar mani era lei. Il cinquantenne, per contro, reagiva alle aggressioni e ne nasceva un gran parapiglia. Un collega della coppia ha raccontato di un’occasione in cui lei, avvicinandosi con una tazza di caffè bollente per lui e vedendolo fare il simpatico con un’altra, gli ha tirato la tazzina direttamente in faccia. Con uno scenario simile l’accusa di maltrattamenti è venuta a cadere. Al limite il reato ipotizzabile potrebbe essere quello di lesioni, ma la prescrizione ormai impedisce di percorrere questa via.