«Galimberti prenda posizione sul caso della Fondazione Molina»

Il coordinatore di Forza Italia Roberto Leonardi attacca la giunta. La replica: «I vertici erano stati scelti da voi»

Caso Molina: mentre gli inquirenti continuano a lavorare nel più assoluto riserbo da Forza Italia arriva l’affondo politico. Diretto anche al sindaco di Varese Davide Galimberti (Pd), che con Lega Civica avrebbe stretto un accordo elettorale mai confermato ufficialmente e che non ha mai preso posizione sulla vicenda.

Lega Civica, che ha espresso nell’assise cittadina il presidente del consiglio comunale, Stefano Malerba, che oggi vede i vertici di partito nella maggior parte coinvolti nei due filoni di indagine che partiti dagli accertamenti su due prestiti da 450 mila euro ciascuno dalla Fondazione Molina a Rete 55 evolution e alla Mata spa, hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 13 persone.

Tra questi Lorenzo Airoldi (Lega Civica), editore di Rete 55, e Christian Campiotti (Lega Civica), ex presidente della Fondazione Molina commissariata in seguito all’avvio degli accertamenti, coinvolti nel primo filone di indagine con l’accusa di peculato, e di Gianpaolo Ermolli (Lega Civica), ex vicesindaco di Varese, coinvolto invece nel secondo filone di inchiesta con le accuse di associazione a delinquere, truffa e abuso di intermediazione finanziaria. Coinvolto in entrambi i filoni anche Luca Galli (Lega Nord) per il quale il segretario provinciale del Carroccio Matteo Bianchi ha già

chiesto l’espulsione. Ed è il segretario cittadino di Forza Italia, Roberto Leonardi, ad attaccare oggi: «A distanza di un anno dall’inizio del mandato della giunta Galimberti si torna a parlare in questi giorni dei temi di allora: l’accordo tra la Lega civica e Galimberti e le scelte imposte al neosindaco a seguito di tale accordo, come la presidenza del consiglio comunale di Stefano Malerba. Poi la nota vicenda del Molina sollevata sia dal centrodestra, sia dal centrosinistra», dice Leonardi. «Dopo un anno la cronaca di questi giorni e le notizie rese note dai media che si susseguono in modo incalzante e che vedono protagonisti la Lega civica e i suoi principali esponenti sono destinate a mettere in seria difficoltà la tenuta politica della giunta Galimberti in presenza di un alleato oggi. Ovviamente non entro nel merito delle vicende giudiziarie, mai potremmo esprimere un giudizio prima che le autorità competenti si siano pronunciate e questo vale anche per un avversario politico di maggioranza come Lega civica con il suo ideologo Lorenzo Airoldi, patron di Rete 55, e i suoi due delfini Christian Campiotti e Gianpaolo Ermolli». Quindi l’affondo: «Mi domando come si ponga dinanzi a queste notizie il nostro sindaco, il quale davanti alla gravità dei reati ipotizzati e che coinvolgono l’alleato che lo ha fatto vincere non può rimanere indifferente come ha fatto fin qui sul caso Molina, come non può accettare la presidenza del consiglio comunale proprio da parte di un esponente di Lega civica. Quindi non chiediamo al sindaco giudizi o di adottare provvedimenti che di certo non gli spettano, non siamo così sprovveduti, ma gli chiediamo di avere almeno una volta il coraggio di prendere una posizione politica». La replica del centrosinistra non si fa attendere. Luca Conte (Pd), Tommaso Piatti (lista Davide Galimberti), Valerio Crugnola (Varese2.0), Enzo Laforgia (Progetto Concittadino) e Mauro Gregori (Gruppo misto-Varese Città Ideale) passano al contrattacco. «
Molina, vicenda che ha già travolto la giunta Lega – Forza Italia – scrivono – così si potrebbe replicare alla fantasiosa e creativa ricostruzione del Segretario cittadino di FI Roberto Leonardi, il quale, con una consecutio temporis alquanto ardita, insiste nell’attribuire alla giunta Galimberti la responsabilità di presunte irregolarità avvenute quando sindaco era Attilio Fontana, nonché compiute da persone da lui stesso scelte. Al momento delle nomine e per gli anni immediatamente successivi non ricordiamo (o ci sono forse sfuggite?) le dure condanne da parte di Forza Italia, la ferma presa di distanza dai nomi proposti e le reiterate denunce a mezzo stampa da parte dell’allora silente Roberto Leonardi, forse ingenuamente ignaro di quanto stava accadendo o forse più interessato a non disturbare il manovratore del carro su cui si trovava». E quindi: «Viene da chiedersi se il Segretario del maggior partito di governo della città era all’oscuro delle nomine che a Palazzo Estense si effettuavano o se esse erano con lui concordate, da lui e dal suo partito pienamente sostenute ed approvate, anche se oggi sembra dimenticarsene. Ci racconti quindi come andarono i fatti e quale fu il ruolo di Forza Italia in tutta questa vicenda, che solo il cambio di amministrazione ha improvvisamente e inaspettatamente consentito venisse alla luce e che forse, in caso contrario, non sarebbe mai emersa».