I lavoratori della Quiete in corteo il Primo Maggio

Restano solo quattro pazienti, due settimane per sperare poi resta solo l’occupazione

I lavoratori della clinica La Quiete presenti al corteo del Primo Maggio. Una nutrita delegazione parteciperà alla manifestazione promossa dai sindacati nella giornata dedicata ai lavoratori. Ai dipendenti della struttura sanitaria, che dopo una resistenza consapevole e intelligente, rischiano ora di ritrovarsi senza occupazione se la clinica chiuderà, sarà riservato uno spazio speciale.

I delegati saliranno sul palco alle 11 in piazza del Garibaldino, dove si terrà il discorso conclusivo di Domenico Proietti, segretario nazionale della Uil, e avranno a disposizione uno spazio per denunciare la loro situazione. È, quella della storica clinica varesina considerata un’eccellenza sanitaria cittadina, una storia travagliata iniziata nel 2009. La struttura fu coinvolta nel fallimento Ansafin, poi sfociato in processo tuttora in corso. Il gruppo laziale che possiede i due rami d’azienda che dopo il primo crack hanno consentito alla clinica di continuare a rimanere aperta non ha versato l’affitto dovuto al fallimento. Lasciando i lavoratori senza stipendio per quattro mesi (il gruppo ora sta versando le mensilità arretrate).

Il tribunale fallimentare ha quindi reso esecutivo lo sfratto per morosità. I lavoratori hanno combattuto in modo intelligente: riuniti in assemblea permanente da dicembre, hanno continuato a lavorare e ad offrire servizi in alcune occasioni anche gratuitamente o a prezzi calmierati per “aprirsi” a Varese. Così facendo sono riusciti a tenere la clinica aperta sino all’asta bandita lo scorso 29 marzo. Asta andata deserta.

La vendita della struttura è passata ora a trattativa privata. Due le offerte d’acquisto presentate. Ma l’altro ieri l’ufficiale giudiziario ha eseguito l’accesso alla struttura e messo i sigilli. Chiusi due piani e il blocco operatorio. Basta interventi, esami o ricoveri.

Al momento restano soltanto quattro pazienti a lunga degenza da accudire. Gli altri sono già stati spostati. La scadenza è per il 12 maggio: due settimane, tanto occorre per spostare anche gli ultimi quattro pazienti e chiudere definitivamente. Ora i 63 lavoratori dovranno decidere se, in queste due settimane, continuare ad andare a lavorare sperando che le due offerte per l’acquisto della clinica si traducano in qualcosa di concreto in modo da salvare la struttura e 60 posti di lavoro, oppure occupare la clinica immediatamente cercando di impedirne il completo sgombero e quindi la chiusura.

Al fianco dei lavoratori anche tutta la politica cittadina e regionale: uno schieramento trasversale che conta tutte le forze politiche. L’altro ieri il sindaco di Varese Davide Galimberti ha invitato gli investitori a farsi avanti, così come già avevano fatto i lavoratori della clinica. Quella di venerdì è stata una doccia fredda: con due proposte d’acquisto sul tavolo i dipendenti della clinica speravano in qualcosa di diverso.