Il caso-Fumagalli ritorna a Palazzo. E il Comune valuta la richiesta danni

In giunta - Pratica al vaglio dell’ufficio legale: «Non scelta politica ma atto dovuto da parte dell’amministrazione»

– L’ex sindaco, al centro di un famoso scandalo sexy oltre che giudiziario, ha arrecato un danno di immagine al Comune? Se sì, l’ex sindaco leghista in carica dal 1998 al 2005 – quando si è dimesso a seguito di una contestazione della Procura – potrebbe essere chiamato dal Comune a un risarcimento. Se ne è discusso ieri in giunta, la penultima prima della fine del mandato (l’ultima seduta si svolgerà venerdì mattina). «Il danno erariale è oggetto della Corte dei Conti – spiega l’assessore alla polizia locale – In questo caso, invece, stiamo parlando di un danno non patrimoniale che Fumagalli potrebbe essere chiamato a risarcire a fronte della sentenza definitiva penale. A questo punto l’ufficio legale del Comune deve verificare se il danno c’è stato o meno».

Va specificato che si tratta di un atto dovuto, non di una decisione politica. «Si tratta di un atto dovuto da parte dell’amministrazione comunale che, nel momento in cui è stata definita la vertenza penale a carico dell’ex sindaco, ha l’obbligo di prendere in considerazione la cosa e valutare se vi siano o meno gli estremi per un eventuale azione di risarcimento di danno non patrimoniale nei suoi confronti. Valutazione che verrà fatta dall’avvocatura comunale»

specifica Piatti. La questione si pone adesso perché l’8 settembre scorso La Corte di Cassazione ha confermato la condanna definitiva per peculato di Fumagalli, riguardo all’utilizzo delle auto del Comune per esigenze che non c’entravano nulla con il ruolo del sindaco. Per l’accusa, Fumagalli utilizzò le auto blu a disposizione dell’amministrazione comunale per fini personali. Nello specifico: con quelle auto Fumagalli diede passaggi ad amiche rumene e russe al di fuori dell’ambito istituzionale.

Fumagalli, in Cassazione, è stato condannato a tre anni di carcere con uno sconto di pena di dieci mesi rispetto alla sentenza della Corte di Appello (il tribunale di Varese, in primo grado, nel 2013, lo aveva condannato a quattro anni di reclusione). Difficile stabilire l’ammontare del danno che Fumagalli dovrebbe ipoteticamente risarcire di sua tasca. Il danno patrimoniale ha a che fare con qualcosa che si può quantificare. Il danno non patrimoniale, invece, ha a che fare con il danno morale, esistenziale e di immagine, ed è quindi difficile da quantificare. In altre città italiane è capitato che ex sindaci dovessero risarcire il comune per il danno di immagine arrecato con reati di corruzione (cosa di cui non è stato condannato Fumagalli) versando somme anche superiori a centomila euro. Il sindaco , sulla faccenda, tiene un certo riserbo e si limita a confermare la valutazione circa la possibilità di procedere o meno su quanto in discussione in giunta, ovvero «l’attivazione di iniziative giudiziarie nei confronti di un ex amministratore in conseguenza di una condanna dello stesso in sede penale». Commentando, però, con un «forse» la questione nella specifico e non facendo il nome del sindaco Fumagalli.