Il lago rinasce. Insieme ai suoi pescatori

Centomila euro a fondo perso dalla Fondazione Cariplo per rilanciare l’attività ai vecchi fasti. Ruolo protagonista anche alle scuole. «Impresa possibile, il nostro modello è quello di Lugano»

– Pesce persico e anguilla, passato e futuro del lago di Varese: «Un’economia da rilanciare». La Cooperativa Pescatori fa squadra con la Fondazione Cariplo e la Fondazione Istituto Insubrico per la Vita, per lanciare un progetto da 100 mila euro per il riequilibrio dell’ecosistema ittico e per la divulgazione del patrimonio culturale della tradizionale attività di pesca. «È un periodo critico per l’economia lacuale – ammette , amministratore della Cooperativa Pescatori – da 34 famiglie di pescatori ne sono rimaste solo quattro, con il rischio concreto che la cultura del patrimonio ittico possa scomparire. Se il vero male del lago rimangono gli scarichi fognari, su cui però notiamo un efficace approccio a piccoli passi da parte dell’associazione dei Comuni rivieraschi, con questa iniziativa cerchiamo di dare un contributo fattivo al riequilibrio dell’ecosistema ittico».

Ecco perché la Cooperativa ha presentato un progetto «ambizioso» per il rilancio dell’economia lacuale e la divulgazione del patrimonio di culture e tradizioni che si porta dietro, di cui capofila è la Fondazione Istituto Insubrico per la Vita di Gerenzano, che fornirà il necessario supporto di ricerca di laboratorio. «Un progetto che sintetizza le peculiarità della nostra realtà – spiega , presidente della Fondazione che ha sede nell’Insubria’s Biopark dell’ex azienda farmaceutica Lepetit – la promozione culturale medico-scientifica e l’attenzione

educativa alla divulgazione presso le giovani generazioni». Il progetto è stato finanziato con un contributo a fondo perduto di 100 mila euro dalla Fondazione Cariplo. «Perché crediamo molto nei tre aspetti cardine – spiega , di Fondazione Cariplo – da quello scientifico a quello di recupero della tradizione culturale del lago, fino al tentativo di rilancio attivo dell’attività di pesca. È un progetto coerente con la nostra mission di voler bene alle persone e al territorio». Nel concreto, la Cooperativa Pescatori acquisterà un’imbarcazione adatta alle battute old-style di pesca selettiva di gruppo (in grado di ospitare sei pescatori alla volta), che verranno messe in programma con lo scopo di ridurre le specie ittiche più invasive, come il carasso e il siluro. Nel contempo, si cercherà di ripopolare il lago di specie autoctone come il persico e l’anguilla, ricreandone gli spazi vitali, anche con apposite opere di protezione.

«Da un 90% di pesci pregiati degli anni ’70-’80, oggi siamo appena al 10% – spiega il professor Giorgetti – da 400 quintali di persico pescato, siamo passati a poco più di un quintale, da 100 di anguille a meno di uno. Dobbiamo invertire il trend. Il lago di Varese ha una capacità produttiva potenziale di 1500 quintali».Verrà inoltre realizzata una pubblicazione di racconti, da distribuire nelle scuole, legata alla riscoperta della fauna e della flora del lago, con iniziative didattiche e creative che verranno messe in campo nel 2016, i cui risultati saranno visibili nel giro di un triennio. L’obiettivo è di seguire le iniziative di riqualificazione ambientale del lago di Varese con una prospettiva di rilancio della filiera economica legata alla pesca e al turismo. «Da piccolo, vedevo barche ovunque nel lago, e pescando alborelle d’estate mi sono pagato i primi due anni di università – racconta Paolo Giorgetti – forse oggi è antieconomico, ma il nostro lago è un gioiello incastonato in un ambiente bellissimo e non merita di essere abbandonato». Un’impresa fattibile: «Il modello è Lugano, dove in pochi anni la pesca si è rivitalizzata».