«Il Piantone? Troppi gli errori negli anni passati. Paghino i danni»

Il caso - Dopo l’ennesima brutta notizia per l’albero-simbolo di via Veratti, l’ex assessore Clerici va all’attacco

Il Piantone è malato da tempo. Su questo non ci sono dubbi. Su quello che ancora si può fare, non c’è una convinzione unanime. Chi ha seguito negli ultimi anni le vicende dell’albero più amato dei varesini è l’ex assessore al Verde pubblico , che dal 2011 al 2014 si è trovato a gestire la fase più critica per l’albero.
«Purtroppo il Piantone è un malato cronico – spiega Clerici – Si è fatto di tutto per salvarlo,

anche il tentativo fatto da Zanzi in passato purtroppo si è dimostrato inutile. Bisognerebbe chiedere i danni a chi nei decenni ha impermeabilizzato la pavimentazione attorno all’albero, mi riferisco alle amministrazione tra gli anni ’70 e ’80». Clerici si riferisce ai lavori urbanistici e stradali, fatti spesso senza preoccuparsi della conseguenze sull’albero e senza prendere le dovute precauzione, nei decenni del boom edilizio, che ha portato a Varese diverse “brutture”, e non solo, visto che l’accelerazione di questi lavori in quei decenni ha visto anche una scarsa attenzione verso l’ambiente.
Secondo le indagini del Comune, infatti, “decisivi” per arrivare a queste condizioni negative per il Piantone sarebbero stati i lavori eseguiti in via Veratti soprattutto attorno al 1980. In quell’occasione sarebbero state danneggiate seriamente le radici, e da lì si sarebbe arrivati alla situazione di oggi.
«Bisogna anche rendersi conto che purtroppo ogni essere vivente ha un ciclo di vita – continua Clerici – Quest’albero durava da oltre un secolo, non c’è nulla di eterno in questo mondo. Tutto nasce, cresce, invecchia e muore. Non è una cosa drammatica, piange il cuore, ma stiamo parlando purtroppo di una cosa naturale. Va ricordato che negli ultimi anni i tecnici del Comune hanno fatto di tutto per curarlo e cercare di salvarlo».
Clerici insiste tuttavia nel dover individuare i veri “colpevoli” delle malattia del Piantone.
«Occorrerebbe poter fare una vera e propria richiesta danni – dice l’ex assessore al Verde pubblico – perché ci sono precise responsabilità sui danni che l’albero ha subito. E sono danni provocati da chi ha eseguito e autorizzato lavori che hanno fatto del male al Piantone. Di fatto, all’albero, durante il secolo scorso, è stato progressivamente sottratto il suo ambiente. E la possibilità di sopravvivere è stata sempre di più limitata dai continui interventi dell’uomo».
«A partire dagli anni ’60 l’urbanizzazione selvaggia ha messo a dura prova la resistenza del Piantone. E da lì in avanti, con i lavori di sistemazione del manto stradale, la situazione è peggiorata sempre di più. Solo negli ultimi decenni la sensibilità ambientale è aumentata e il Comune ha cercato di porre rimedio a quello che era stato fatto. Purtroppo, i tentativi ad oggi non sono valsi a molto».