Il varesino che cambiò la psichiatria

Una serata riuscita per ricordare il grande contributo dato alla medicina da Edoardo Balduzzi

Si è svolta in un clima familiare la serata in onore di Edoardo Balduzzi, pioniere della psichiatria moderna, con la moderazione di Isidoro Cioffi, direttore dell’U.O. Psichiatria del Verbano. Tra le pareti dello storico Hotel Ungheria, a Bizzozero, è stato proiettato il documentario “L’idea e la forma – Edoardo Balduzzi pioniere e padre della Psichiatria”, opera di Guido Ranza e Jacopo Manghi e si sono susseguiti interventi di amici e colleghi che ne hanno omaggiato la figura. A tratteggiarne un breve ritratto è l’amico e collega Mario Augusto Maieron.

«Balduzzi fu l’alfiere di un nuovo modo di intendere la psichiatria. All’inizio degli anni Sessanta questa scienza era in una fase di pieno rinnovamento e Balduzzi aveva importato dalla Francia, rielaborandola, la cosiddetta psichiatria di settore. Si trattava di qualcosa di veramente moderno, perché condannava il manicomio e promuoveva un ritorno del paziente sul territorio, coinvolgendo le famiglie e creando equipe multiprofessionali in grado di svolgere terapie continue e su più fronti. Balduzzi aveva già capito quale fosse la via giusta da seguire e le sue idee oggi trovano piena attuazione nella psichiatria di comunità».

Direttore dell’ospedale psichiatrico di Varese dal 1963 al 1968, Balduzzi ne rivoluzionò la struttura, rendendola un centro di avanguardia e di elevato valore scientifico. « È emozionante – racconta Giuseppe Terziroli – vedere come oggi, tra quegli spazi, sia tornata a scorrere la linfa vitale della scienza e del progresso, grazie all’Università dell’Insubria che ha riconvertito gli spazi dell’ex ospedale, adibendoli a laboratori di ricerca». Nemico-amico di Franco Basaglia, Balduzzi era più cauto del collega veneziano sulla chiusura immediata e perentoria dei manicomi, perché riteneva che fosse prima necessario costruire le adeguate strutture sociali, onde evitare che persone bisognose di cure si ritrovassero sole e abbandonate.

A Varese Balduzzi ha lasciato tanto in eredità. La grande fama dell’ospedale, ma anche un’eccellenza come il GLP, Gruppo di lavoro Provinciale per la Salute Mentale, istituito nel 1989. « È un tavolo di lavoro congiunto – spiega Lisa Buzzi Reschini, giornalista e presidente del Co.Pa.Sam – che è presto diventato un simbolo di un nuovo modo di fare psichiatria, ispirato dal lavoro di Edoardo Balduzzi». Lo stesso Co. Pa. Sam (Coordinamento Provinciale Associazioni per la Salute Mentale) è un unicum che ha preso forma grazie al clima culturale creato da Balduzzi e lo stesso discorso vale per SomsArt, nato nel 1992.Secondo lo psichiatra ai pazienti psichici veniva tolta come prima cosa la facoltà di comunicare. Riappropriarsene doveva essere il primo passo per stare meglio, e quale miglior modo di esprimersi, se non attraverso l’arte?