«In un anno salvate 200 donne»

La Rete guidata dal Comune di Varese continua a portare avanti il proprio compito di sostegno e soccorso

Circa duecento donne salvate dalla violenza. In un solo anno.

Sono questi i numeri che l’assessora ai Servizi educativi del Comune di Varese, Rossella Dimaggio, ha portato all’attenzione dei varesini, parlando del delicato tema della violenza sulle donne, un tragico fenomeno sul quale non si può abbassare mai la guardia.

E sul quale anzi occorre aumentare sempre di più gli sforzi da parte delle istituzioni e di tutta la nostra comunità per riuscire a prevenirlo e, possibilmente, a sradicarlo sempre di più.

«Il lavoro che vede il nostro Comune come ente capofila – spiega Dimaggio – è realizzato in stretta collaborazione con tutte le realtà del territorio, a partire dalla Questura, Prefettura, Tribunale, Procura, Forze dell’Ordine , Ats e ospedali. Della rete fanno parte in tutto 115 Comuni e non possiamo dimenticare l’importante lavoro svolto con tutte le associazioni di volontariato che si occupano di assistenza alle donne, per poi indirizzarle ai centri antiviolenza, che sono le realtà che possono farsi carico di sostenere e, in caso di pericolo di vita, proteggere le vittime».

Il Comune ottiene i finanziamenti, grazie al Protocollo firmato con la Regione, direttamente dal Pirellone, per poi attivare quindi tutta la rete antiviolenza. Che svolge un ruolo importantissimo nella nostra comunità, visti i numeri di donne che ogni anno vengono aiutate.

«Numeri che sono più o meno stazionari, di anno in anno» continua l’assessora. Se per fortuna non ci sono drastici aumenti, purtroppo non vediamo nemmeno un forte calo. Segno che il lavoro deve continuare e andare avanti incessantemente.

«Ci muoviamo su due binari – sottolinea l’assessora Dimaggio – da un lato c’è la formazione del personale dei centri antiviolenza, per dare sostegno attivo alle vittime. Dall’altro puntiamo sulla sensibilizzazione all’interno della società, a partire dalle scuole, con eventi che puntano a favorire una mentalità di contrasto e di rifiuto della violenza sulle donne. Sono tantissimi gli eventi di cui siamo promotori o sui quali collaboriamo, se realizzati da altri soggetti delle rete antiviolenza. Pensiamo alla giornata organizzata dalla Polizia di Stato, con il camper in piazza, di pochi mesi fa».

La collaborazione tra i diversi enti e le realtà che operano sul territorio è quindi fondamentale non solo per dare un aiuto concreto alle vittime che si rivolgono alle associazioni e da queste ultime sono indirizzate poi ai centri antiviolenza, ma anche per creare una nuova mentalità tra le persone, per arrivare finalmente a costruire una società dove la violenza contro le donne non trovi più spazio e venga rigettata sul nascere da tutti i cittadini.