La lezione di Sergio e Raffaella: «Paura? Mai avuta»

Due tifosi varesini in trasferta: «Il mondo è grande, ovunque può succedere qualcosa»

– «Se non la supportiamo noi quando fa fatica, chi dovrebbe farlo? Gli avversari?». Parla così a tavola al Crown Plaza Hotel di Anversa, concitato, Sergio Colombo, che con la moglie Raffaella Galmarini praticamente non si perde mai una trasferta. Che sia in Italia o in Europa. Sabato scorso, per esempio, erano ad Avellino, e ieri già ad Anversa, passando per Lille. La passione, quella no, non si ferma davanti alla paura. Sergio e Raffaella sono di Sesto Calende, erano presenti ad Oostende, dopo gli attentati di Parigi, e non potevano mancare anche in questi giorni ad Anversa, lontana poco più di quaranta chilometri dalla capitale Bruxelles, colpita settimana scorsa dalla follia jihadista. A parte Minsk, Gaziantep e Sodertalje, Sergio e Raffaella hanno inserito il gettone in ogni singola trasferta europea: Güssing, Szombathely, Larnaca, Oostende ed ora Anversa.

É amore vero, amore puro, amore sconfinato, unicamente per la Pallacanestro Varese. La tradizione da trasfertisti è nata otto anni fa, spiega Sergio. «Abbiamo iniziato nell’anno di A2, nel 2008. Un po’ perché immaginavamo fosse divertente, anzi volevamo proprio divertirci, ma anche perché pensavamo non ci fossero problemi con i tifosi avversari: noi volevamo vedere solo le partite e girare un pochino. In realtà alla prima trasferta, a Roseto, fummo costretti a scappare fuori a fine partita»

sorride divertito.
Questa curiosità e questa voglia di viaggiare non conoscono paura, nemmeno in momenti delicati come questi: «Nel weekend eravamo a Roma, ci siamo fermati qualche giorno in occasione della partita di Avellino di campionato. In tanti ci hanno chiesto perché viaggiamo così tanto e soprattutto se non abbiamo paura. Ecco, assolutamente non ne abbiamo, ma non perché siamo temerari. Siamo dell’idea che, se qualcosa deve succedere, può capitare in qualsiasi parte del mondo. Quindi non ci fermiamo. E poi viaggiamo perché ci piace farlo, lo stiamo facendo ora per la prima volta dopo trent’anni di lavoro ed è bello, interessante e stimolante. E ci godiamo il basket dal vivo, è un’altra cosa rispetto alla tv, credetemi».

Viaggiare è sempre la soluzione giusta: un po’ per tifo e un po’ per turismo. «Continuiamo a muoverci in relazione alle partite. Ci piace esserci quasi sempre. Quest’anno, in Europa, ne abbiamo saltate solo tre: Minsk, Gaziantep e Sodertalje». La migliore, quella indimenticabile, resta una sola: «Vilnius, in Lituania nell’anno post Indimenticabili. Per tanti motivi, ci siamo fermati una settimana in città ed è stato davvero bello».